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Ho evidenziato, nei giorni scorsi, l’intervento consigliare (leggi qui) del giovane Andrea Menicucci, recentemente eletto nelle fila di Repubblica Futura, il quale ha contribuito -a mio parere ingenuamente e mettendo a rischio la sua autorevolezza e “genuinità” politica- ad alimentare una iniziativa del suo partito che mi è parsa, più che istituzionale, palesemente finalizzata a delegittimare o comunque a creare problemi a GiornaleSM.
Iniziativa in cui mi sono espresso qui:
https://giornalesm.com/san-marino-repubblica-futura-in-difficolta-dopo-gli-articoli-di-giornalesm-perche-i-nipotini-di-alleanza-popolare-sembrano-avere-interesse-a-delegittimare-la-libera-informazione/
All’indomani della presentazione da parte di RF di una apposita interpellanza e dei “veleni” conseguenti, mi sono fatto delle domande. Una su tutte: perchè Repubblica Futura dedica tanta attenzione a GiornaleSM, tanto da produrre una interpellanza che -a mio parere- è più finalizzata a tentare di “creare problemi” allo stesso sito “non sammarinese” che non ad acquisire le informazioni richieste?
Forse, ho ipotizzato fra me e me una risposta plausibile, perchè GiornaleSM ha sempre dedicato ampio spazio e grandi sforzi nel tentativo di svelare al Paese, a tutti i sammarinesi, se esistessero e di chi, eventualmente, fossero le responsabilità politiche della scalata, da parte di un gruppo di personaggi oggi rinviati a giudizio per associazione a delinquere, di delicatissimi ruoli dell’amministrazione dello Stato. Una deriva sovversiva e del Diritto che sembra essere costata almeno 800 milioni di euro alle casse pubbliche. In pratica, facendo un conto a “spanne”, circa 25 mila euro per ogni residente, che oggi andranno, in un modo o in altro, pagati visto il debito pubblico di circa 1,2 miliardi di euro.
E forse perchè, in questa difficilissima e insidiosa caccia alla verità completa e alle responsabilità politiche, il partito sul quale sono emerse non trascurabili “ombre” -che meritano chiarimento e approfondimento, anche (e soprattutto) dentro RF- sembra proprio Repubblica Futura. Nei mesi scorsi, su queste pagine elettroniche, abbiamo dedicato giorni e giorni per segnare, su un metaforico foglio bianco, una serie di “puntini”, rappresentati da fatti concreti, spessissimo citati negli atti giudiziari dei processi in corso incentrati su ipotesi di reato direttamente o indirettamente riconducibili alla cosiddetta “Cricca” le cui azioni -come spiegato- hanno determinato dei costi ingentissimi per le casse pubbliche.
Ricordate il celebre “giochino” dell’altrettanto nota “Settimana Enigmistica” dove si univano i puntini e si tracciava in ben identificabile disegno? Ecco, noi su GiornaleSM questi “puntini” li abbiamo fissati.
Ora manca solo una Commissione parlamentare di inchiesta che possa armarsi di penna rossa e unirli per presentare al Paese il disegno completo delle responsabilità politiche -per quelle penali ci sta pensando la Magistratura- che sono alla base della devastazione dei conti pubblici e del Diritto del decennio scorso, con massima espressione negli anni del governo AdessoSm, composto da Repubblica Futura, SSD e C10.
E’ forse questo il motivo della tanta e logicamente -per me- inspiegabile “curiosità” di RF nei confronti di GiornaleSM, e solo di GiornaleSM? Chissà…
Perchè ogni lettore possa almeno tentare di darsi una risposta -in cuor suo- relativamente a questo dubbio, è necessario ripercorrere, rimarcare quei -talvolta- inquietanti “puntini”. E lo faremo, oggi e, caso per caso, “puntino” per “puntino” da oggi e per i prossimi giorni.
Iniziamo, seguendo una sorta di ordine cronologico, da quello che, secondo me (ma non solo), potrebbe essere il primo atto che -magari inconsapevolmente- ha iniziato a spianare la strada per la successiva “scalata” ai vertici di Banca Centrale Sammarinese dei vari Wafik Grais, Lorenzo Savorelli, Roberto Moretti (tutti rinviati a giudizio dal Commissario inquirente Elisa Beccari per associazione a delinquere, unitamente a, fra gli altri, Daniele Guidi, Marino Grandoni e Francesco Confuorti).
Il primo “puntino”, dunque, si fissa su un candido foglio bianco nella seconda metà dell’inverno 2010, quando il 4 febbraio il governo “caccia” Stefano Caringi, responsabile della Vigilanza di Bcsm. Iniziativa che poi determina le “velenosissime” dimissioni sia del Presidente che del Direttore Generale, rispettivamente Biagio Bossone e Luca Papi.
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In pratica, con quell’iniziativa del governo su cui Antonella Mularoni -all’epoca ministro di nomina Alleanza Popolare, oggi consigliere nei banchi di Repubblica Futura- non esitò a “metterci la faccia”, arrivando a dichiarare a “IlSole24Ore” (edizione del 9 febbraio) che la Banca Centerale avrebbe indicato il “suo” Esecutivo come “un governo che intralcia i cambiamenti”, definendo ciò “intollerabile” poiché, sarebbe “proprio la Vigilanza” a non aver “seguito le disposizioni impartite, danneggiando così il Paese”.
Quali siano queste disposizioni non mi è dato, ancora oggi, a sapere… Forse è “distrazione” mia, non so. Ma a rafforzare, a gettare “ombre” su quella azione c’è la “coincidenza” delle date, che se all’epoca non appariva per nulla indicativa di qualsiasi cosa, oggi -con quanto è stato accertato dalla Commissione su Banca CIS e dagli atti giudiziari- merita attenzione e non appare scontato possa essere -come concretamente va invece riconosciuta al momento- indicarla come una naturale coincidenza.
Uniamo insieme queste date:
– 22 gennaio 2010, in seguito ad una richiesta di finanziamento di ultima istanza avanzata da Banca Partner (la quale poi, nel giugno 2012, acquisì il Credito Industriale Sammarinese dando vita a Banca CIS), Bcsm avvia una ispezione di Vigilanza nello stesso istituto, Banca Partner;
– 4 febbraio 2010, il responsabile della vigilanza di Bcsm viene cacciato dopo che nel CCR -lo scrive ilSole24Ore (edizione del 9 febbraio 2010)- la “Mularoni ha contribuito a tagliare i ponti con Caringi”;
– 9 febbraio 2010, Antonella Mularoni spiega che il licenziamento di Caringi è motivato dal fatto che “la Vigilanza che non ha seguito le disposizioni” impartite.
– 9 febbraio 2010, Presidente e Dg di Bcsm, Bossone e Papi, si dimettono con una lettera “al veleno”.
Rafforzare questo “puntino” con un carattere “extra-bold” tocca, poi, ai contenuti -non direttamente collegati ai fatti del 2010- degli atti giudiziari propri del processo di primo grado chiuso con la condanna per tentata concussione del Commissario Alberto Buriani (oggi rinviato a giudizio per associazione a delinquere) e dell’ex Segretario di Stato della prima fase del governo AdessoSm Simone Celli.
In quella sede, infatti, l’attuale Presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti, sotto giuramento dal banco dei testimoni sostenne che “Banca Cis (nel primo caso era ancora Banca Partner; ndr) ebbe tre ispezioni: una nel 2010” e “l’ispezione non venne conclusa perché venne cacciata tutta la vigilanza”; un’altra “nel 2016, anche in quel caso non venne conclusa e venne cacciata la vigilanza”; mentre “nel 2018” si fece “fatica a trovare la vigilanza, perché” vennero “quasi estratti a sorte; cioè accettarono un incarico per 6 mesi” “Ecco -fu lapidaria la Tomasetti di fronte al Giudice- ogni volta che si andava in Banca Cis, succedeva qualche piccolo terremoto”.
Il primo “puntino” è quindi tracciato, con “inchiostro indelebile” sul foglio fino ad allora candido. Ed è un puntino che rappresenta una prima e “tetra” ombra, in termini di eventuali responsabilità politica nel disastro del decennio scorso che ancora oggi i sammarinesi dovranno pagare, sui cieli di Repubblica Futura e dei suoi rappresentanti di primissimo piano…
Un “puntino” che, come ricorderemo nei prossimi giorni, non è destinato a restare isolato…
Enrico Lazzari