Il 7 maggio alle ore 07:00, in Torino (TO), al termini di una intensa ed estenuante attività info-investigativa, iniziata immediatamente dopo una denuncia per lesioni gravissime sporta da un 30enne italiano, la sera del 10 luglio 2013, i militari della Stazione Capoluogo dipendente dalla Compagnia Carabinieri di Riccione traevano in arresto B.Y. 24 enne turco residente a Torino. In particolare l’uomo denunciava che, la notte prima, mentre era in località Marano di Riccione, all’interno di un negozio KEBAB, a seguito di una disputa per la restituzione di una somma di denaro pari a 100 euro, aveva avuto una colluttazione con un cittadino straniero, nel corso della quale questi, impugnando un coltello da cucina con lama lunga ed affilata, lo aveva attinto con un fendente all’addome, procurandogli una profonda ferita nella regione addominale.
Il denunciante, terrorizzato da quanto accaduto e perdendo sangue dalla pancia, si dava alla fuga riuscendo a salire su di un autobus in transito sino ad arrivare alla stazione ferroviaria di Rimini, ove si recava per un’urgente medicazione con garze e disinfettante presso una farmacia. Successivamente su consiglio della farmacista, avendo trovato un passaggio in auto, si recava presso il pronto soccorso dell’ospedale di Cesenatico in stato di semi-incoscienza e privo di forze. Qui, dopo alcuni esami, veniva trasportato con ambulanza all’ospedale di Cesena, ove eseguiti altri esami ed applicati dei punti di sutura, dopo qualche ora in osservazione, decideva di firmare per uscire e portarsi dai Carabinieri per denunciare l’accaduto. L’episodio denunciato, trovava parziale ed indiretta conferma dalle escussioni testimoniali, eseguite dai carabinieri, del titolare dell’esercizio Kebab, per cui lavorava il cittadino turco, e di due testimoni che avevano parzialmente assisto alla scena. Infatti il titolare confermava di aver avuto contatti con l’indagato immediatamente dopo i fatti, e che questi gli aveva raccontato di essere stato rapinato da tre persone, mostrandogli i propri pantaloni intrisi di sangue, che previa minaccia di un coltello, gli avevano portato via 200/300 euro dalla cassa; dopodiché egli aveva deciso di accompagnarlo presso il Comando Carabinieri per raccontare i fatti ma giunto in caserma con una scusa banale voleva ritornare in negozio, dicendo che sarebbe tornato più tardi a sporgere denuncia ma di fatto si rendeva irreperibile, come a voler nascondere qualcosa.
La successiva perizia medico legale fatta sulla ferita dava la giusta connotazione giuridica all’episodio, qualificandolo come tentato omicidio. Infatti dall’esame emergeva che la ferita riportata con arma bianca all’addome debba considerarsi, in considerazione della zona, inequivocabilmente come potenzialmente letale.
Pertanto, dopo che la vittima veniva sottoposta ad individuazione fotografica con esiti positivi, visto che riconosceva senza dubbio l’accoltellatore, i militari approntavano una richiesta di custodia cautelare per tentato omicidio, pienamente condivisa dalla locale Autorità Giudiziaria, che eseguivano all’alba di ieri. L’arrestato veniva accompagnato presso il carcere di Torino a disposizione dell’autorità giudiziaria Riminese.