Riccione: altri 3 casi di violenza sulle donne. gelosie, possessività e gioco d’azzardo che hanno trasformato mariti in carnefici
I Carabinieri della Compagnia di Riccione, nei giorni scorsi, hanno proceduto a denunciare a piede libero ben tre uomini per casi di violenza nei confronti delle rispettive mogli avvenute in provincia di Rimini. Si tratta di storie differenti ma che portano sempre allo stesso, deprecabile risultato: donne offese, picchiate, vessate fino a quando, non riuscendo più a resistere alle continue violenze, decidono di rivolgersi alle Forze dell’ordine.
Il primo caso riguarda una donna che, per puro caso, a seguito di un acquisto immobiliare, scopre che il marito ha speso tutti i propri risparmi nel gioco d’azzardo o altre attività a lei sconosciute. Tale scoperta insospettisce la donna che, compiendo un controllo più approfondito sulla gestione economica del marito, rileva diversi ammanchi e debiti contratti dallo stesso tanto che, improvvisamente, si trova alcuni creditori in casa che le chiedono di saldare il conto. A questo punto la donna chiede delucidazioni al marito il quale reagisce violentemente e da lì, inizia una lunga fase di difficile convivenza con l’uomo durata più di un anno durante la quale quest’ultimo continuamente la insulta o maltratta, anche davanti ai figli minori. Tutto ciò non è sufficiente per la donna per riuscire a trovare il coraggio nel chiudere il rapporto a causa dei problemi finanziari. Infine, solo dopo l’ennesima violenta lite con percosse, in data 1 aprile c.a., da parte del marito, convince la donna a chiedere l’intervento dei Carabinieri per poi portarsi al pronto soccorso per le cure del caso, ottenendo una prognosi di giorni 8 per contusioni al volto. Pertanto A.A., 41enne di Riccione veniva denunciato a piede libero per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Il secondo caso, invece, vede coinvolta una donna bolognese di 40 anni, vittima dell’eccessiva gelosia e possessività dell’ex convivente, C.Z.S., 41enne di Cesena.
L’uomo, infatti, aveva sempre avuto un carattere possessivo ed autoritario ma, inizialmente, tale atteggiamento veniva interpretato dalla donna come una prova d’amore. Con il passare dei mesi, però, la gelosia rendeva l’uomo sempre più violento tanto da reagire con insulti, percosse e vessazioni varie, anche davanti ai bambini minori ( 13 e 11 anni), per semplici sms o normali messaggi scambiati dalla donna con altri uomini nei social network. Infine quest’ultima decideva di troncare la relazione e ciò, almeno inizialmente, calmava l’uomo che per riconquistarla la riempiva di attenzioni. Ma tale atteggiamento, messo davanti alla fermezza della decisione della donna, cambiava repentinamente trasformandosi in atti persecutori e costringendo al donna a modificare tutte le proprie abitudini di vita, come anche una semplice corsa in spiaggia, e a considerarsi al sicuro solo nelle mura domestiche. L’uomo, infatti, iniziava a contattarla ad ogni ora del giorno e della notte cambiando spesso numero di telefono (così da aggirare l’applicazione blocco in entrata della sua sim sul numero della donna) e mandando sms, messaggi con whatsapp, email e altresì pedinandola. In un caso, ad esempio, l’uomo, vedendo una foto su Facebook che ritraeva la donna a casa di alcuni amici nelle Marche, contattava immediatamente uno di questi per poi chiedere contezza sul perché non era stato informato in merito. La situazione si faceva talmente tesa che la donna, temendo che potesse raggiungerli e temendo per la sua incolumità, fu costretta a dire all’ex convivente che avrebbe fatto immediatamente rientro in casa. Almeno in un paio di occasioni l’uomo attendeva la donna la sera quando rientrava in casa per vederla accompagnata da altri uomini e poi offenderla. I Carabinieri, raccolti tutti gli elementi utili, denunciavano quindi l’uomo a piede libero per atti persecutori, ottenendo per ora un divieto di avvicinamento da parte della locale Autorità giudiziaria.
L’ultimo caso, infine, vede come vittima una ragazza 26enne di Saludecio che fin dal primo anno di matrimonio si è vista costretta a subire continui maltrattamenti ed a sentirsi insultata ripetutamente, per futili motivi, dal proprio marito, V.L., 43enne di Saludecio.
Inizialmente, infatti, si trattava di singoli episodi dove il marito, adirato per qualsivoglia ragione, la strattonava urlandole a breve distanza parole pesanti per poi buttarla a terra ma la donna giustificava tale atteggiamento colpevolizzando sé stessa pensando di essere troppo gelosa e lavorando sul proprio carattere per essere maggiormente accomodante. Ma nonostante ciò, con il passare del tempo l’uomo si faceva sempre più violento fino a quando la donna decideva di comunicare, circa un anno fa, al marito la volontà di voler interrompere la relazione. A tale affermazione l’uomo dapprima si faceva minaccioso, successivamente passando alle vie di fatto, colpiva con violenza alla testa la signora chiudendola all’interno della camera da letto e rompendo suppellettili vari e oggetti personali della vittima per poi infine prendere un coltello da cucina e puntarlo alla gola della donna minacciando di ucciderla se non avesse cambiato idea.
In un altro episodio, invece, l’uomo per il medesimo motivo prendeva a calci e pugni la signora per poi spingerla fuori casa in piena notte e richiudere le vie d’accesso all’abitazione ma, compresa la volontà della donna di recarsi dai Carabinieri, l’uomo riusciva dall’abitazione urlando per poi afferrarla per i capelli e riportarla in casa. Dopo tale episodio la donna trovava la forza di denunciare il tutto ai Carabinieri solo perché, in questa caso, quest’ultimi venivano informati dei fatti dai vicini che avevano assistito alla scena. Infatti questo episodio poi denunciato insieme ai fatti pregressi, permetteva ai Carabiniere di raccogliere tutti gli elementi utili e denunciare a piede libero l’uomo per maltrattamenti e lesioni personali.
Comunicato Stampa