Riccione. Andata deserta l’asta per il Green Bar. Nessuna offerta per rilevare la licenza dello storico locale di viale Ceccarini

Guerra di nervi per il Green Bar. Ieri era il giorno dell’asta. Con 290mila euro, Iva e oneri di legge esclusi, ci si sarebbe portati a casa la licenza e il mobilio dell’attività. Nonostante nelle settimane precedenti più di un imprenditore si sia presentato al curatore giudiziario e abbia chiesto di visionare i locali, nessuno ha formalizzato l’offerta. Si attende il ribasso. E non bisognerà aspettare tanto tempo. Il 21 febbraio verrà bandita una seconda asta, sempre all’Igv, istituto vendite giudiziarie di Roma e Tivoli, così ha voluto l’Agenzia delle entrate dopo il sequestro avvenuto l’11 luglio del 2014 da parte della Guardia di finanza.
Nel del Green Bar non si tratta di acquistare un immobile, ma una azienda per certi versi storica. Tra questi muri ha aperto il Caffè oltre un secolo fa quando Cesare Del Bianco accoglieva i turisti facendoli accomodare ai tavolini. Oggi il nipote Raul Del Bianco attende che la burocrazia faccia il suo corso per tornare a ospitare tra i muri di proprietà una nuova attività. Si tratterà solamente di un locale, un pubblico esercizio, un bar caffè classico. Non ci sarà alcuna possibilità, invece, di apre un negozio, come al contrario si è visto in passato. Da quell’11 luglio il locale non è rimasto sempre chiuso. C’è già stata un’esperienza durata pochi mesi, che ha visto l’Agenzia dei beni confiscati alla criminalità, trovare un gestore in grado di riaprire lo storico locale. Il compito venne affidato a Tiziano Rosignoli che riaccese il Green Bar fino alla metà del gennaio successivo. Era l’inverno del 2015, da allora solo silenzi e la richiesta del consorzio Ceccarini, sposata dall’amministrazione comunale, di coprire quelle vetrine, con le immagini della ricicone che fu.
L’asta di ieri poteva essere l’occasione per lasciarsi il passato e i guai giudiziari alle spalle. Servirà pazienza, ma tra gli addetti ai lavori monta l’ottimismo. Se da un lato non ci sono stati potenziali acquirenti che hanno presentato una offerta, l’interesse non manca affatto e in questo periodo ci sono imprenditori che guardano alle vetrine di viale Ceccarini. I 290mila euro chiesti con la prima asta sono un valore che scenderà tra tre settimane, ridotto del 10%. i pretendenti si sono affidati alla tattica sperando di non ritrovarsi a rilanciare in una costosa asta. Il fatto che la prossima occasione per garantirsi l’azienda Green Bar sia stata fissata a così breve distanza è segno che c’è più di un indizio sulla speranza che si arrivi a un acquisto e di conseguenza sulla possibilità che il locale possa riaprire in estate. Il Resto del Carlino