Alle ore 05.30 circa, una madre, in preda al panico, contattava il numero unico “112” per segnalare, che la figlia, trentenne di Riccione si era gettata in mare con intenti suicidari, in località Marano di Riccione. Prontamente si recava sul posto una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, dipendente dalla locale Compagnia Carabinieri, il cui capo equipaggio, avendo notato in mare una donna, ormai distante dalla riva di circa 100 metri, non esitava a gettarsi in mare per tentarne il suo salvataggio. Dopo aver nuotato per un pò, ed aver raggiunto una distanza dalla riva di circa 200 metri, riusciva a prendere per le braccia la ragazza ed a darle le dovute indicazioni per assecondare il salvataggio ma la stessa, purtroppo, poco collaborante con il militare, iniziava a scalciare con il chiaro intento di lasciarsi annegare. Vista la scarsa cooperazione il Brigadiere decideva di caricarsi di peso la donna e, nuotando a fatica, dirigersi verso la riva mentre la stessa lo implorava di lasciarla andare. Nonostante ciò il Carabiniere, seppur sfinito, riusciva a raggiungere un tratto di mare dove riusciva a toccare il fondo ed a questo punto, prendendo in braccio la ragazza, a portarla a riva. Nel frattempo interveniva una seconda pattuglia dell’Arma che a fatica caricava la malcapitata sull’ambulanza del 118 di Rimini, nel frattempo allertata dal 112 così come la Capitaneria di Porto ed i Vigili del fuoco di Rimini tutti prontamente accorsi, incontrando una forte resistenza da parte della stessa. I due protagonisti, trasportati presso il pronto soccorso di Rimini, venivano sottoposti a controlli per ipotermia. Per l’eroico militare solo pochi giorni di riposo medico prima di ritornare al proprio lavoro.
