Federalberghi Riccione ha lanciato ieri un forte allarme sui risultati della stagione estiva 2025, presentando dati che indicano una significativa flessione per il comparto alberghiero. Secondo un’analisi condotta in collaborazione con l’Università di Bologna, i pernottamenti negli hotel sono calati del 6,9% a luglio e del 6,1% ad agosto, mesi che da soli rappresentano circa la metà del fatturato annuo.
Il presidente di Federalberghi Riccione, Claudio Montanari, ha definito i dati molto preoccupanti, sottolineando come non si tratti di un episodio isolato ma di una tendenza negativa in atto da diversi anni. Rispetto al periodo pre-pandemico, gli alberghi della città avrebbero perso quasi un quinto delle presenze estive. Questa analisi si scontra con i dati complessivi, che mostrano una flessione più contenuta.
I dati ufficiali, infatti, registrano un calo totale dei pernottamenti del 3,5% sia a luglio sia ad agosto. La discrepanza si spiega con la forte crescita del settore extra-alberghiero, che include appartamenti turistici e campeggi, i cui numeri sono in aumento a doppia cifra. Secondo Montanari, questo fenomeno è strutturale e deve essere governato, non demonizzato. Ha inoltre aggiunto che gli albergatori devono reagire ripensando l’offerta, in particolare nei servizi di ristorazione e accoglienza, per tornare competitivi.
La situazione descritta dagli albergatori di Riccione è in netto contrasto con il quadro più ottimista fornito dalla Regione Emilia-Romagna, che parla di una riviera che “ha tenuto”. Una visione che Montanari contesta, affermando che la realtà di Riccione è diversa e che molte strutture sono in sofferenza. L’associazione chiede quindi politiche mirate, incentivi per il rinnovamento e una regolamentazione più chiara per gli affitti brevi.
Per uscire dalla crisi, secondo Federalberghi la strada maestra è puntare sulla qualità. Gli operatori devono rispondere a un turismo che è cambiato, con ospiti che cercano esperienze, servizi personalizzati e un’offerta gastronomica autentica. L’allarme lanciato da Riccione apre una riflessione sul futuro del modello turistico romagnolo, chiamato a trovare un nuovo equilibrio tra la tradizione alberghiera e le nuove forme di ospitalità.












