Riccione: elezioni nulle. Annullate le polemiche … di Sergio Pizzolante

Parafrasando Berlusconi potrei dire: Riccione è il paese che amo!
Con la mia citta, Lecce, naturalmente.
Ma a Riccione ci vivo da più di 40 anni.
Poco. Perché sono stato e sono sempre in giro per lavoro. Qui non ho mai lavorato ma ci vivo.
Ma qui è iniziata la mia attività politica.
Qui ho conosciuto i miei primi capi politici, i primi compagni di viaggio.
Posso dire di essere mortificato, avvilito, per questa vicenda incredibile dell’annullamento del risultato elettorale di 2 anni fa con il conseguente commissariamento del Comune?
Posso dire che questa furiosa guerra per bande ha stufato?
Una guerra che dura da oltre 10 anni.
Che ha avvelenato tutto.
Posso dire che ciò che ho visto qui non l’ho visto mai altrove?
Lo dico perché è la verità!
Ah, per chiarezza, Riccione è il paese che amo ma non scenderò mai in campo.
State tranquilli. Tranquillissimi.
Che cosa vedo?
Ci sono curve urlanti, insulti, accuse di brogli elettorali, molti hanno sostituito il cervello con l’accetta.
Nella quasi totalità delle sezioni elettorali sono stati commessi errori pacchiani.
Voti persi, schede che non corrispondono ai voti, voti assegnati a casaccio.
Errori di destra? Di sinistra? Brogli? no!
Dilettantismo!
Dilettantismo dilagante.
Non è politica, nemmeno antipolitica, non è nemmeno disputa di condominio, nemmeno di bocciofila.
È una cosa che mi mortifica appunto. Che mi dispiace, mi avvilisce.
Una volta si diceva che il PCI doveva buona parte delle sue vittorie alla gestione delle urne nei giorni del voto.
Era professionismo puro.
Presidenti di seggio, scrutatori, rappresentanti di lista erano professionisti dell’esercizio del voto.
Sapevano tutto sulla correttezza del voto.
Sapevano tutto anche sulla scorrettezza del voto. Sui limiti.
Lo spoglio e il piccolo imbroglio erano gestiti in modo professionale.
I socialisti e i democristiani erano di meno ma non da meno.
I presidenti di seggio e gli scrutatori, oltre i rappresentanti di lista, erano divisi per aree politiche. Si sapeva anche se non lo si diceva.
Lunghe riunioni di partito. Per prepararli. Per formarli a non perdere un voto o per farlo perdere agli avversari.
Professionismo puro.
È stato così anche dopo. Anche quando c’erano Ulivo e Casa delle Libertà. Pds e Forza Italia.
Ogni partito aveva i suoi esperti.
In Comune c’erano funzionari capaci.
La battaglia politica, elettorale, era durissima, sin dentro le urne.
Ma non c’è stato mai nessun commissariamento. Mai questo spettacolo. Mai.
Ne per brogli, ne per inettitudine.
Commissariamento per inettitudine non lo avevo mai visto.
Mi spiace sia successo qui.
Ma è la conseguenza, di una guerra per bande furibonda. Che riguarda tutti. Questa è una sconfitta di tutti. Se ne rendano conto.
Prima possibile. Chi ha più testa si sottragga alla mattanza degli insulti, alle correnti di veleno.
Chi ha più testa c’è! Si sottragga.
Si prenda atto che gli errori nelle urne sono lo specchio, la logica conseguenza, di una politica, di una pratica politica, di una professionalità politica che è andata in cenere.
Cenere!
È l’epilogo del dilettantismo dichiarato politica.
Politica nuova.
È l’epilogo della politica fatta col veleno.
Importa poco se più da una parte o dall’altra.
È così ma non importa.
Ad un certo punto, raggiunto un certo livello, riguarda tutti.
Sergio Pizzolante