ATTIMI di panico l’altra sera in un condominio di tre piani in viale Bagno di Romagna. Oltre quindici persone, per un incendio sviluppatosi poco prima delle 18 in una cantinetta interrata, sono rimaste intrappolate in casa per il fumo, acre, intenso e nero, che ha invaso la tromba delle scale e altre parti comuni della palazzina. Oltre ai Carabinieri, con quattro mezzi di soccorso sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco che, sedato il focolaio, alla spicciola hanno fatto evacuare tutti coloro che al momento si trovavano in casa. La messa in sicurezza dell’edificio ha impegnato le divise fino all’una di notte, ma già verso le 22 è stato dato il permesso di rientrare nei dodici appartamenti, dove abitano anche alcune persone anziane con le badanti. Nel momento di maggior concitazione c’è stato anche chi dal primo piano ha messo in salvo il proprio gatto, lanciandolo nelle braccia di chi si trovava all’esterno. Le cause dell’incendio sarebbero accidentali, a quanto pare dovute a delle scintille partite dall’accensione di un elettrodomestico. Pochi secondi e la cantinetta, che si trova sotto i garage, si è saturata del fumo che, attraverso le bocche di lupo, si è espanso nella tromba delle scale.
QUALCUNO ha tentato di aprire il proprio portone, ma per non soffocare, l’ha subito richiuso e si è rifugiato sui balconi che si affacciano sul lato Cattolica, finché il fumo non si è espanso anche su quel lato. Ed è stato così necessario spostarsi sul versante a mare. Tra le persone bloccate un’anziana con la figlia e tre bimbi ai piani alti, una ragazza sola al secondo piano, una coppia di pensionati e due anziane con le rispettive badanti. Tra i malcapitati anche Daniele Marzocchi, che racconta: «ho tentato di aprire il portone, ma davanti mi sono trovato un muro di fumo. Mi sono serrato in casa e, visto che abito al primo piano, ho pensato subito di preparare un materasso sul quale calarmi dalla terrazza in caso di necessità. Intanto ho messo in salvo Dea, la mia gatta che, impaurita e disperata, rantolava e non si dava pace, non aveva il coraggio di gettarsi giù dalla finestra. Allora io l’ho presa e l’ho lanciata nelle braccia di mia moglie che si trovava sul piazzale, perché appena arrivata dal lavoro». « Quel fumo saliva dal basso come un turbine impressionante, sembrava una tromba d’aria!» testimonia un’altra signora. Ai piani superiori, intanto, s’invocava una scala mobile per uscire dai balconi.
Resto del Carlino