«BASTA scaricare le colpe su Rimini. Questo Trc lo hanno voluto le amministrazioni riccionesi, colpevolmente. I nostri figli e nipoti ci condanneranno». Re Terzo Pierani non fa distinzioni tra buoni e cattivi nella battaglia del Trc. Condanna di fatto le precedenti amministrazioni, ma non sposa nemmeno la battaglia del sindaco Tosi.
Pierani, secondo il sindaco di Rimini Gnassi, questo Trc s’ha da fare. Cosa ne pensa?
«Sinceramente non mi interessa polemizzare con Gnassi. Non è questo il punto»
E qual è?
«Il Trc per Riccione è un errore di una grandezza incalcolabile con un impatto ambientale incredibile, ma nonostante questo non penso sia sufficiente nemmeno a togliere la filovia sul lungomare. E’ stato un errore non fare il referendum. La città non si è potuta esprimere nonostante l’80% sia contrario a quest’opera. Su questo aspetto, le precedenti amministrazioni hanno grandi responsabilità».
Sta accusando gli ultimi due sindaci di centrosinistra?
«Un tempo avevamo una parola d’ordine: governare con i cittadini. Bene, questo non è accaduto con il Trc. Ci sono stati amministratori che hanno detto sì senza avere coscienza di cosa sarebbe accaduto. Vorrei che chi ha governato in passato si esprimesse oggi e dicesse se rifarebbe tutto questo, daccapo».
Sposa il progetto di modifica al metrò del sindaco Tosi?
«Non lo conosco nei dettagli, ma una cosa deve essere chiara: il problema è il Trc, semplicemente perché è sbagliato. E quando sarà operativo diventerà ingestibile per i costi che comporterà. Pertanto qualche cambiamento che serva solo al sindaco attuale per metterci il cappello non servirà proprio a nulla».
Ma se fosse migliorativo?
«Questo lo vorrei vedere con i miei occhi. Il problema sta proprio qui: quanti cittadini sono stati coinvolti in questa variante al progetto? Il sindaco dovrebbe scendere tra la gente e spiegare cosa vuole fare».
Pierani, a nord del Marano non hanno responsabilità su questo metrò?
«Quest’opera è stata ideata quando si pensava alla grandeur del distretto turistico della Riviera. Di quella grandezza però non è rimasto più nulla. Il nostro prodotto turistico è il medesimo di tantissime altre località. Chiedersi oggi se le colpe ricadono su Rimini, è inutile. Riccione ha conquistato l’autonomia nel 1921. Si poteva dire di no. Invece si è detto di sì a una iattura per questa città, passando sopra la testa dei cittadini. I nostri figli e nipoti ci condanneranno per i prossimi decenni».
Resto del Carlino