LA SENTENZA del Tar è solo una piccola goccia di soddisfazione in un oceano di disperazione, ma assicura che «non finisce qui». Il padre di Lamberto Lucaccioni, il 16enne stroncato da un’overdose sulla pista del Cocco, vive ora per ottenere giustizia e la decisione dei giudici bolognesi è un primo passo.
«SI SENTE ripagato – dice il suo avvocato Roberto Bianchi – dalla presenza dello Stato attraverso le sue istituzioni, il questore, il prefetto di Rimini, il Tar dell’Emilia Romagna e le forze dell’ordine che hanno compiuto atti di grande giustizia. La cosa più bella è avere sentito dopo due mesi dal tragico evento il papà di Lamberto per la prima volta con l’animo sereno». «Ma di certo non nè finita qui» dicono da Città di Castello, perchè secondo loro c’è un elenco di persone che sono a vario titolo responsabili della morte del ragazzino. A fare l’elenco è l’avvocato Bianchi che punta il dito su «i responsabili della discoteca, i genitori del ragazzo che hanno ospitato Lamberto la sera del tragico evento e il giovane spacciatore che dovranno ora rispondere dei loro comportamenti».
LA TRAGEDIA si era consumata la notte del 18 luglio scorso, quando Lamberto, figlio del farmacista di Città di Castello, arriva al Cocco insieme ad altri due amici. Sono tutti ospiti dei genitori di uno di questi che hanno una casa per le vacanze a Pinarella di Cervia. Gli investigatori scopriranno dopo che Lamberto era arrivato a Riccione con già in tasca l’Mdma, acquistato da un giovane concittadino, assiduo frequentatore del locale. La prima dose il ragazzo se l’era divisa con gli amici, ma all’interno del locale ne aveva presa dell’altra. Quando aveva cominciato a stare male, aveva deciso comunque di non uscire da la discoteca. La morte era arrivata improvvisa mentre stava ballando.
