Lo scudo fiscale non gli è servito a molto, visto che quei soldi a San Marino, secondo gli inquirenti, erano frutto di evasione fiscale, un reato che in base alle misure di prevenzione antimafia può comportare la confisca.
E così ieri i finanzieri del nucleo di polizia tributaria della GdF di Rimini, hanno sequestrato il «tesoretto» sammarinese di Salvatore Castaldo, il napoletano 45enne ex gestore del Green Bar, di viale Ceccarini, locale che era finito nel 2014 sotto sequestro in base al nuovo codice anti mafia e relative misure di prevenzione.
Nel corso delle indagini i finanzieri del Nucleo pt, hanno scoperto che Castaldo, attraverso due fiduciarie italiane, era anche titolare di quote societarie, beni immobili e disponibilità di denaro a San Marino, per un valore complessivo stimato di oltre 3 milioni di euro. Lo stesso che per far rientrare in Italia le disponibilità finanziarie si era avvalso, nell’anno 2009, dello «scudo fiscale».
Scudo che per la guardia di finanza di Rimini però non regge davanti alle misure di prevenzione patrimoniali antimafia. Il 30 aprile scorso il Tribunale di Rimini, Sezione Misure di Prevenzione, ha infatti emesso decreto di confisca dei beni. I finanzieri del Nucleo p.t., comandanti dal colonnello Marco Antonucci, hanno dato esecuzione al provvedimento, sottoponendo a confisca, le quote ed i beni di una società immobiliare, di una società sammarinese conti correnti in banche del Titano e l’appartamento di Riccione.
Su Castaldo, la GdF ha applicato le misure di prevenzione principalmente per aggredire il patrimonio illecitamente accumulato anche con evasione fiscale. Alle spalle però Castaldo, ha anche una pena patteggiata a 2 anni per tentata estorsione in concorso con due napoletani indagati dalla Direzione distrettuale antimafia campana.
Tentata estorsione ai danni dell’avvocato riccionese dei proprietari dei muri del Green Bar, la famiglia Stefanel, imprenditori nel settore abbigliamento. Castaldo esplose alcuni colpi di pistola contro la vetrina del negozio di proprietà della moglie dell’avvocato che tutelava la proprietà dell’immobile. Inoltre l’alto tenore di vite dell’imprenditore napoletano, il quale a fronte di una dichiarazione dei redditi di poco inferiore a 59 mila euro, aveva acquistato la società Gebar srl per 944mila euro, proprietaria della licenza proprio del Green bar aveva destato molti dei sospetti iniziali. Il Resto del Carlino