«UNA TASSA per ridisegnare viale Ceccarini? Si può fare». La proposta lanciata dal Consorzio del viale viene accolta da Renata Tosi. Ed arrivati a questo punto «andrà prima concordato un progetto da finanziare attraverso una tassa di scopo, come chiedono gli stessi operatori». Ciò significa che per rimettere a nuovo il ‘salotto’, dopo tanti anni di richieste da parte dei commercianti, verrà chiesto un contributo alla città. «Sulle forme attraverso le quali inserire la tassa di scopo andranno fatte le opportune verifiche, non mi sbilancio», premette il sindaco. Inoltre: «Quando parliamo di una imposta per ripensare l’area pedonale intendo prendere in considerazione, nell’obiettivo della tassa, anche la sistemazione di altre zone della città».
A quanto pare il primo cittadino non vuole chiedere a Riccione uno sforzo economico limitato all’area pedonale. L’idea della Tosi considera un progetto più ampio che possa contraddistinguere con nuovi arredi anche altre zone di Riccione, forse gli stessi assi commerciali che da nord a sud sono stati oggetti di parziali interventi di manutenzione straordinaria nei mesi scorsi, cosa accaduta in viale Dante e viale San Martino.
L’ipotesi di finanziare l’opera pubblica attraverso una tassa di scopo va ben al di là di un semplice intervento di sistemazione di luci, panchine e cestini. Il ricavato di una tale imposta si aggirerebbe su alcuni milioni di euro, quanto serve per proiettare viale Ceccarini nel futuro e valutare anche l’ipotesi di una parziale copertura del viale. «La cosa che mi fa piacere è constatare come siano gli stessi operatori a prendere coscienza della città, pronti a investire in iniziative e disposti anche a tassarsi per far crescere Riccione. Un percorso che ovviamente faremo assieme. Un’opera pubblica realizzata attraverso la tassa di scopo è la miglior garanzia che i cittadini possono chiedere perché sapranno quanto si investe, condividendo fin dal principio il progetto. Saranno i controllori dell’opera stessa». L’imposta comunale di scopo o Iscop è stata introdotta dal governo Prodi nel 2006. Si tratta di un mezzo attraverso il quale finanziare opere pubbliche. Uno degli ambiti consentiti della legge riguardava la possibilità di realizzare «opere particolarmente significative di arredo urbano e di maggior decoro dei luoghi». Descrizione che calzerebbe a pennello con le esigenze di operatori e del sindaco. In passato molti Comuni hanno introdotto l’imposta, inserendo una addizionale sull’aliquota Ici prima, e Imu poi.
Fonte: RESTO DEL CARLINO