IL GOVERNO fermi lo «scempio del Trc prima che sia troppo tardi». Firmato: gli albergatori di Riccione. Che dopo aver annunciato di voler chiedere i danni, hanno deciso di scrivere una lettera aperta al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, per denunciare i «gravi e molteplici problemi, causati dal cantiere del Trc». Sollecitano un intervento deciso del governo, «affinché si faccia chiarezza e si ponga fine a questo intervento che per Riccione è devastante». Nella lettera si chiede a Delrio, e pure al premier Matteo Renzi, un esplicito giudizio sul Trc, visto che proprio il ministro aveva parlato della necessità «di giudicare i progetti» delle grandi opere in Italia e scremare quelli necessari». La lettera al ministro arriva dopo pochi giorni dall’annuncio, da parte dell’Aia di Riccione, di chiedere il risarcimento danni ad Am per tutti i danni subiti dagli hotel a causa del cantiere. Nella missiva dai toni sostenuti, con tutta la rabbia per i danni subiti l’Aia scrive: «Per la realizzazione di questa opera, oltre all’impatto ambientale deturpante per la città, che in una parte pregiata ha già causato l’abbattimento di centinaia di alberi centenari, verrà costruito un muro di cemento armato. Si tratta di una barriera alta in alcuni punti fino a 6 metri con un’estensione della carreggiata, sulla quale dovrà passare il mezzo, tra i 5 e gli 8 metri, che provocherebbe danni ingenti alle numerose attività economiche presenti lungo il tracciato». Gli albergatori fanno anche presente che il progetto inizialmente «prevedeva il passaggio di un filobus con guida ottica o magnetica, a conduzione completamente automatica, mentre oggi si è trasformato in un viadotto per un semplicissimo bus. Tutto questo per non voler cambiare il progetto in un tratto inferiore ai dieci chilometri. Si ipotizzava una variante che, mantenendo i tempi di consegna dell’opera, ridurrebbe i costi di oltre 7 milioni di euro con un’elevata riduzione dell’impatto ambientale sulla città».
L’ASSOCIAZIONE albergatori, nella sua missiva, ricorda al ministro che a Riccione la principale attività è il turismo, non a caso sul territorio comunale si trovano circa 400 alberghi per un totale di 13.500 camere e 25.600 posti letto. «Numeri importanti – sottolineano gli operatori – per l’industria turistica del nostro territorio, una linfa vitale che oggi rischia di subire pesanti ripercussioni a causa di un’opera, che per Riccione è devastante». Gli albergatore vanno oltre, ricordando ancora a Delrio che nel suo intervento al Meeting, la scorsa estate a Rimini, «sull’opportunità di realizzare le grandi e piccole infrastrutture ha parlato della necessità di giudicare i progetti e di scremare quelli veramente necessari». Per questo «vorremmo avere un suo giudizio e quello di Renzi – scrivono infine gli operatori – su quest’opera». E dopo la discesa in campo degli albergatori, il sindaco Renata Tosi si augura «che altre categorie facciano sentire forte il loro ‘no’ al Trc, progettato 20 anni fa, oggi superato e avversato dai cittadini».
Resto del Carlino