PRESO mentre massacrava alcune auto sul lungomare. Quasi certamente stava preparando il terreno per le sue truffe, il napoletano, di 27 anni, arrestato l’altra sera dai carabinieri di Riccione. Dalla perquisizione nella camera d’hotel dove aveva preso alloggio, sono saltati fuori la bellezza di 18 specchietti, pronti per essere mostrati come ‘prova’ dell’incidente di fatto mai avvenuto. Quando ha capito che i militari l’avevano incastrato, si è scagliato loro addosso, rimediando un paio di manette.
AD ALLERTARE il 112, l’altra sera, poco dopo le 23, sono stati alcuni passanti che segnalavano un uomo che stava danneggiando alcune auto parcheggiate sul lungomare. I carabinieri sono arrivati sul posto alla velocità della luce, trovandosi di fronte a un giovane che aveva l’aria di avere già bevuto parecchio. Alla richiesta di documenti ha risposto che non li aveva, ma anche se di malavoglia alla fine è stato costretto a dire ai carabinieri in quale albergo alloggiava. I militari sono andati all’hotel insieme al ‘turista’ in questione, e nella sua stanza proprio sopra il letto c’era un grosso borsone. L’hanno aperto, e si sono trovati di fronte a un mucchio di specchietti di auto, 18 per l’esattezza, di diverse marche. Alla richiesta di spiegazioni, il giovane ha risposto picche, ma una volta avuto in mano i documenti, gli investigatori grazie al terminale hanno scoperto subito con chi avevano a che fare. Aveva precedenti per truffa, truffe che aveva messo a segno proprio con il sistema degli specchietti. I militari l’hanno quindi denunciato per ricettazione e danneggiamento, ma vistosi scoperto il ragazzo ha reagito prima coprendoli di insulti e poi scagliandosi loro addosso, scatenando un putiferio in caserma. A fatica sono riusciti a immobilizzarlo, e a quel punto oltre alla denuncia sono scattate anche le manette per ricettazione.
LA TRUFFA degli specchietti è una di quelle più utilizzate sulle strade italiane per spillare soldi alla gente. Si finge un incidente che ha causato la rottura di uno specchietto e con quello (ovviamente già rotto), si va a batter cassa dall’automobilista individuato come vittima. Questo all’inizio sostiene di non essersi accorto di niente, di non avere urtato nessuno, ma il truffatore mostra il pezzo rotto, quasi sempre dopo avere trovato il modo di rigare l’auto del poveretto che a quel punto, pur di non avere altre grane e di non mettere in mezzo l’assicurazione, si arrende e decide di pagare in contanti i 2-300 euro che di solito chiedono.
Resto del Carlino