Riccione. “Ribattezziamo la strada devastata dal Trc, si chiamerà viale delle vittime Am…”

Trc-640«DOPO IL TAGLIO di decine di alberi che le avevano dato il nome, il viale delle Magnolie non si può più chiamare così. Proporrò al mio gruppo di presentare domanda alla commissione toponomastica di Riccione per cambiare nome alla strada, devastata dal Trc». Ad anticiparlo è Gabriele Galassi, il capogruppo della lista civica Noi Riccionesi. Non è l’unica iniziativa che si intende intraprendere. L’esponente della civica vuole anche salvare l’unico pino sfuggito alle pinze meccaniche di Agenzia Mobilità, che hanno lacerato oltre 200 piante lungo la ferrovia. E’ quello vicino alla stazione, per il quale Agenzia Mobilità ha chiesto in una lettera al sindaco come l’amministrazione intende procedere, pretendendo rassicurazioni sulla staticità. Una beffa per chi aveva chiesto di salvare le magnolie per trapiantarle altrove… Così Galassi intende fare del pino solitario un simbolo della strage verde, riportandone la storia su una lapide.
«HANNO tagliato quelle magnolie protette, fregandosene di tutto e di tutti, solo per far passare un bus al quale sarebbe bastata una corsia protetta – sbotta – Di certo quello non è più il viale delle Magnolie, lo chiameremo ‘viale dei martiri di Am’. Cambiare la toponomastica in quella strada è semplice, anche perché non ci sono case, ma solo la ferrovia da una parte, e il parco dall’altra. Proporrò questo al mio partito e al suo segretario». Intanto anche sui social network molti altri riccionesi si sbizzarriscono, ipotizzando una miriade di nomi per il viale ferito.
LA STESSA iniziativa era stata suggerita dai residenti di viale Rimini, indignati con i politici del capoluogo, ma per quell’arteria il cambio del nome risulta complicato per la presenza di decine di numeri civici. Galassi intende dare un nome anche al pino salvato dalla strage: «Vogliamo difendere l’unico pino superstite del viale delle Magnolie. A quell’albero daremo un nome e a proposito lanceremo un’apposita campagna tra la gente. Ai piedi della pianta riporremo una targa raccontandone la storia, così anche i turisti che passano da lì sapranno perché la via è stata ridotta in quelle condizioni. Am tra l’altro ha compiuto quella strage senza transennare e mettere in sicurezza la strada». Il capogruppo, e come lui tanti riccionesi che continuano a parlare dello «scempio perpetrato a Riccione», conclude: «Purtroppo Am è un muro di gomma, il suo operato è solo un attacco alla Tosi».
IL RESTO DEL CARLINO