Completata la rimozione coatta degli impianti e dei mezzi pubblicitari, affissi sulla facciata principale del Blue Bar di viale Ceccarini. Dalla facciata del locale sono state smontate in tutto nove insegne, compreso lo schermo e perfino le due insegne laterali con il nome del locale. Eseguita da una ditta specializzata, su ordinanza firmata il 7 dicembre, l’operazione è proseguita sotto la vigilanza dei carabinieri e della Polizia municipale, una decina di divise in tutto, contro le quindici (più altri uomini in borghese), mandati sul posto venerdì con i rispettivi comandanti. Lo smantellamento dei pannelli pubbicitari, ritenuti abusivi, ha messo a nudo le brutture della tettoia che sovrasta anche la galleria Viscardi. «In questa vicenda c’è stata una forzatura – commentano alcuni membri della famiglia Gentile, titolare del Blue Bar – Da tempo avevamo chiesto una proroga al Comune attraverso i tecnici, perché in vista del rifacimento di altre attività del viale, c’era l’idea di ristrutturare l’intera area del nostro locale. Avevamo anche chiesto come si poteva sanare questa situazione. Non si capisce perché ci sia stato tutto questo accanimento nei confronti di un’attività che ha dato tanto lustro a Riccione».
Per disporre la sospensione cautelare dell’ordinanza, il 4 gennaio la Società Immobiliare Monica snc e la Società Publiemme srl, difese dall’avvocato Silvio Campana e Massimo Campana, avevano anche presentato un «ricorso straordinario al Capo dello Stato» contro il Comune. Adesso gli occhi dei Gentile fissano il grande buco sulla tettoia, ponendo la domanda «Ora sta meglio così? Il display rimosso assieme ai pannelli che pubblicizzavno noti marchi come Martini, Segafredo, Barn e La Galvanina, faceva una bella luce, illuminava tutto l’incrocio con viale Dante». Nonostante la prosecuzione dei lavori di smontaggio questa volta sia stata meno plateale, tanti passanti si sono fermati per commentare. «Quello che è rimasto è veramente brutto – osserva Luca Federici – entrando in galleria ora lo sguardo cade sui vecchi muri, anziché su schermi che oltre a pubblicizzare moda, illuminavano e fornivano un po’ di informazioni, questo mi abbatte. Anche a me sembra che qui ci sia stato un po’ di accanimento». «Al di là di chi ha torto o ragione, l’importante è che dove sono state rimosse le pubblicità si ripristini quella situazione con decenza e dignità – osserva Giorgio Mignani, presidente del Consorzio d’area di Viale Ceccarini – tanto più che accanto, c’è già una situazione critica con il Green Bar, chiuso da anni». Il Resto del Carlino
