Riccione. Svelata l’identità del ‘corvo’ del muretto: il giudice lo spedisce alla sbarra

muri imbrattatiIL CORVO del muretto. Così era stato battezzato a Riccione lo sconosciuto che per oltre un anno aveva imbrattato i muri della Perla, insultando e minacciando tre professionisti del posto. Alla fine però le sue tre vittime erano riuscite a identificarlo e lo avevano sorpreso sul fatto. Ne era nata una violenta colluttazione, con il risultato che gli unici a finire indagati per lesioni erano state le tre vittime della persecuzione. Per l’imbrattatore folle invece, il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione. Ma il gip è di parere opposto e qualche giorno fa ha disposto per il ‘corvo’ (un 47enne anche lui riccionese) un’imputazione coatta, giudicando che ci siano elementi più che sufficienti per ritenerlo responsabile di quel macello.
I FATTI risalgono al 2013, quando sui muri di Riccione cominciano a comparire scritte insultanti nei confronti dei tre persone. Il misterioso personaggio armato di spray, li bolla ovunque come «cornuti», minacciando le peggio cose, sottolineando i loro nomi e cognomi. I tre non si conoscono fra loro, ma quando si rendono conto che il ‘corvo’ non ha nessuna intenzione di finirla, decidono di fare fronte comune. Visto che le denunce non bastano, si spremono le meningi per capire chi può avercela con loro fino a quel punto. E mentre l’imbrattatore continua ad gire nottetempo, loro organizzano delle ronde, ormai certi di avere individuato il colpevole: l’unica persona che conoscono tutti e tre e che ha un pessimo carattere. Le battute notturne danno i loro frutti la sera del 20 febbraio 2013, quando lo sorprendono al parco delle Magnolie, mentre sta realizzando un altro ‘capolavoro’ sul muro. A quel punto si fanno avanti, e ne nasce una rissa dove l’imbrattamuri ha la peggio: 20 giorni di prognosi. L’uomo, rappresentato dall’avvocato Massimiliano Orrù, li denuncia tutti e tre. Questi, difesi da Stefano Caroli finiscono indagati per lesioni, mentre il piemme chiede invece l’archiviazione per gli ‘insulti murali’, nonostante le prove che, secondo il gip, inchiodano il ‘corvo’ senza riserve. Di qui la decisione di rovesciare la situazione e spedire alla sbarra anche lui.

Resto del Carlino