Terremoto nel Pd riccionese. Circa trenta iscritti, per metà membri della direzione, nonché componenti della segreteria, delle assemblee dei delegati e dei circoli, si sono autosospesi da tutti gli organi del partito. Così pure quattro consiglieri comunali (il capogruppo Fabio Ubaldi, William Casadei, Ulrike Bonfini e Daniela Marchetti) che, come fanno sapere gli scissionisti, nel rispetto degli elettori continueranno a sedere tra i banchi del consiglio. Il blocco dei dirigenti che se ne va per la sua strada, creando una forte frattura, contesta il modo di gestire il partito da parte dell’attuale segreteria, diretta da Marco Parmeggiani e dalla Direzione. «Non è assolutamente una questione di vecchie correnti, di Ubaldiani o altri – sottolinea Omar Venerandi ex segretario – Questa è una revisione politica, che mira ad aprire il partito, a discutere con la città, senza chiudersi come accade ora in quattro mura. Il 16 aprile è il nostro giorno zero, il giorno del nostro nuovo percorso che rientra nel meccanismo del cambiamento iniziato da Renzi a livello nazionale». Dura la nota sottoscritta dagli autosospesi: «Il rimpasto della segreteria e della direzione dimostra, ancora una volta, la distanza che si è creata tra il Pd riccionese, gli elettori ed i cittadini. Una distanza che appare ormai incolmabile e segno tangibile di una politica chiusa, polverosa e autoreferenziale. Il perpetuarsi di una gestione del partito autoritaria, preoccupata solo di garantire privilegi di posizione, tutele o vantaggi che nulla hanno a che vedere con il bene pubblico. E’ un metodo ormai insopportabile che ha visto nella recente storia politica di questa città la distruzione di una intera classe dirigente e la fuga verso altri lidi di migliaia di elettori e simpatizzanti». E ancora: «Quello che purtroppo ravvisiamo nell’attuale gestione del Pd riccionese é degno delle peggiori pratiche della prima Repubblica, una stagnazione culturale e intellettuale abbinata ad una costante e univoca ricerca di personali ambiti di potere». Posizione condivisa da tutti i firmatari, tra i quali Teresio Spadoni, Maurizio Pruccoli, Ivo Sperindio, Federico Casadei, Maxi Tasini, Emilio Ravagli, Alessandra Pesaresi, Roberto Ugolini, Francesca Migani e Moreno Gnoli.
