PICOZZATE’ sul Trc. Quando Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, ha visto il progetto e gli effetti del cantiere per la realizzazione del metrò di costa, ha pensato che non poteva rimanere in silenzio. «E’ un’opera vecchia con un impatto enorme. Si cerchi almeno di limitarne i danni con la variante proposta dal Comune riccionese». Autore e conduttore televisivo, Tozzi è attualmente primo ricercatore presso il Consiglio nazionale delle ricerche e si occupa dell’evoluzione geologica del Mediterraneo centro-orientale. E’ membro del consiglio scientifico del Wwf.
Tozzi, cosa non la convince del progetto?
«E’ un’opera vecchia, di tanti, troppi anni fa. Un tipo di infrastruttura figlia di un’Italia che non c’è più. Un’epoca nella quale bisognava costruire e spendere soldi. Per quanto ho visto, se proprio la si deve finire, almeno va limitato l’impatto enorme che sta avendo sul territorio».
Come?
«C’è una variante che indica la possibilità di scendere a livello stradale sfruttando semafori intelligenti. Così facendo si riuscirebbe a limitare l’’impatto ambientale nell’ultima parte del tragitto».
Impatto a parte, non pensa che resti una soluzione per migliorare la mobilità?
«No. Non penso che nel 2015 ci sia tutta questa necessità di costruire un’opera simile per collegare Rimini a Riccione lungo una decina di chilometri. Se si vuole veramente pensare a interventi innovativi andrebbero tolte le auto e ripensata la mobilità. Ma questo significherebbe essere realmente rivoluzionari e non vedo nessuno che ha interesse a farlo veramente. Così ci si accontenta di spendere tanti soldi».
Cosa proporrebbe.
«Variante a parte credo che Rimini e Riccione dovrebbero preoccuparsi di spendere denari per migliorare il sistema fognario, quello sì che sarebbe importante. Investire per avere un mare pulito e non per una infrastruttura di questo tipo di cui non vedo particolare necessità al giorno d’oggi su questo territorio».
Resto del Carlino