RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CLAUDIA C.

I resoconti giornalistici all’indomani dello sciopero generale del 14 dicembre sono a dir poco inverosimili!
Intanto, mi preme far notare a chiunque in questo Paese abbia deciso di non soffocare quel briciolo di spirito critico che sempre e comunque sarebbe opportuno mantenere, che quella che è stata offerta ai cittadini è solo UNA versione dei fatti, visti “dal di dentro”.
Le riprese mostrate, le foto e gli articoli pubblicati sono espressione di cosa evidentemente è stato vissuto all’interno del Palazzo, e c’è da star certi che quella fosse la percezione di chi si sentiva “assediato”. Ma cosa credevano, i nostri congressisti, che da una manifestazione di protesta si levassero applausi e grida di compiacimento?…non era una cena di partito!
Qualcuno dei giornalisti si è degnato di venire a fare un serio reportage dall’esterno, dalla Piazza?
Vengo al dunque, perché io, donna, mamma, lavoratrice precaria e affezionata a S. Marino e a quanto di buono questo meraviglioso piccolo Stato può vantare e ancora esprimere, io nella piazza c’ero, a pochissimi passi dalle porte del Palazzo Pubblico!! Come me erano presenti altri 1000?2000?…tantissimi cittadini e lavoratori che hanno potuto respirare il clima vero della piazza, freddo nell’aria invernale, ma caldo di proteste ma anche di proposte!
Non ho tirato ne palle di neve ne uova, nemmeno ha provato a sfondare le porte del Palazzo Pubblico. Ho urlato, quello si, lo slogan “EQUITA’!”, perché questo eravamo venuti a chiedere, e ho urlato anch’io a gran voce “fuori!, fuori!”, perché dal di dentro qualcuno venisse a dar cenno, una volta tanto, di volersi confrontare.
La risposta di chi in quel momento era dentro al Palazzo è stata il chiudere la finestra, quell’unica illusione di aver almeno qualche orecchio teso ad ascoltare la voce della piazza. A quella finestra, o meglio, a quelle persone, che con un giro di serratura hanno deciso di tagliare i ponti con la gente, erano indirizzate le palle di neve e successivamente le uova. Chi ha voluto fotografare il Palazzo Pubblico dalla piazza, ha potuto vedere che il bersaglio non era il Palazzo in quanto simbolo delle nostre Istituzioni, bensì QUELLA finestra, quale emblema di QUELLA CHIUSURA!
Dopo le finestre si è tentato un confronto passando dalle Porte. I 30 FACINOROSI (ma le abbiamo davvero guardate le immagini mostrate da RTV? donne, giovani e meno giovani colti più dalla sorpresa e dalla paura di venire picchiati dalle Guardie, che vogliosi loro, per primi, di darle a qualcuno!) SONO ENTRATI PERCHE’ LA PORTA IN QUEL MOMENTO ERA STATA APERTA DAL DI DENTRO! A fermarli, sulle scale, sono state le Guardie Nobili, semplicemente facendo schermo, senza alzare le mani o strattonare nessuno!
Le successive “prove di sfondamento” delle porte altro non erano che “atti simbolici”: ciascuno di quei manifestanti sapeva benissimo che non si sarebbe aperto nessun varco! Al ritmo dei tamburi scherzavano tentando di riappropriarsi di quel Palazzo che Pubblico era un tempo, ma che oggi, a quanto sembra, tanto Pubblico non è più.
Qualcuno un giorno dovrà spiegare a mia figlia se ad offendere la dignità di quel Palazzo e dell’Istituzione che esso rappresenta, addirittura Patrimonio dell’Umanità, siano state più le uova o il diffuso (anche se voglio ancora sperare, non totale)malcostume politico.