Ricominciamo dalla Germania … di Sergio Pizzolante

Mi piacerebbe essere tedesco in questo momento.
Davanti a me, la prospettiva, a breve, di avere un Primo Ministro, un Cancelliere, come Sholz.
Cioè, mi piacerebbe essere avvolto dalla realtà.
Guidato da uno che vince perché non spara balle.
Noi l’abbiamo uno così, Draghi.
Ma non per volontà popolare.
Sholz invece sembra spinto dalla maggioranza dei tedeschi.
Consapevoli che sia l’ora delle persone serie, preparate, capaci, solide.
Politici veri, non improvvisati.
Che fanno i politici perché prima facevano i politici, non perché prima avevano fatto di tutto o qualcosa, ma non i politici.
Sholz difende le riforme di Schroeder , che salvarono la Germania e portarono un vento di serietà in Europa.
Prima della grande ubriacatura dei populismi.
Di destra e di sinistra.
Dopo l’unificazione, la Germania era in un crisi profonda. Disoccupazione, produttività fra le più basse in Europa.
Schoeder chiamo’ Hartz, capo del personale della Wolkswagen e gli chiese di preparare un piano per risollevare la produttività in Germania.
Hartz cambio’ tutto.
Modernità, flessibilita, nuovo apprendistato, formazione vicina all’impresa, nuovo collocamento, per premiare chi cercava lavoro davvero, l’impresa al centro di tutto, motore vero, riconosciuto, premiato, per la creazione di lavoro.
Era un po’ il nostro Marco Biagi.
Socialista anche lui.
Boom!
L’Italia è andata da un’altra parte.
Da Cofferati che definiva “limaccioso” il Piano Biagi.
Sino alle Br che l’hanno ucciso.
Sino a Di Maio Ministro del Lavoro, sino al reddito di cittadinanza.
In Italia hanno vinto le teorie opposte.
L’idea della “fine del lavoro” di Grillo e Casaleggio.
Un reddito senza lavorare.
Una pensione prima possibile, prima di invecchiare.
In Italia abbiamo votato e premiato i pifferai!
E abbiamo fatto ministri i topi.
In Germania, Schoeder, Hartz, Merkel, Sholz.
Questa è la differenza.
Se si vuol ricominciare, l’esempio è la
Germania.
Sergio Pizzolante