Donatella Olga Zanotti – Segretario Confederale CSdL
Esprimiamo forte apprezzamento e soddisfazione per la sentenza del Tribunale che, nell’accogliere il ricorso di una cittadina sammarinese, ha riconosciuto la convivenza, certificata dagli uffici pubblici e di almeno quindici anni, come requisito per il diritto alla pensione di reversibilità al convivente superstite.
Questa sentenza, a cui il Tribunale è giunto attraverso la giusta applicazione dei principi contenuti nella legge di riforma del diritto di famiglia, rappresenta un atto di civiltà e di giustizia sociale, in quanto viene riconosciuta alla convivenza, debitamente certificata e di lunga durata, pari dignità rispetto alle forme tradizionali di nucleo familiare.
Si tratta di un obiettivo che da diversi anni fa parte del pacchetto rivendicativo della CSdL che – tra le altre cose – ha sempre rivendicato la necessità di riconoscere ai fini pensionistici lo status di convivenza effettiva e prolungata.
Con questa sentenza del Tribunale, peraltro, si realizza nel concreto uno dei 13 punti dell’art. 12 della legge di riforma del sistema pensionistico del novembre 2005, che avrebbero dovuto essere definiti in norme di legge entro un anno e mezzo. Dobbiamo rilevare che, invece, dopo aver superato abbondantemente tale scadenza, è arrivata questa sentenza del tribunale, e ciò la dice lunga sulle volontà politiche di completare realmente il quadro normativo della riforma pensionistica…
A questo punto, riteniamo che il riconoscimento della convivenza more uxorio quale requisito per il diritto alla pensione di reversibilità del convivente superstite, debba essere estesa a tutti i casi regolarmente certificati di convivenza, che abbiano una durata di almeno 15 anni.