
“Non mi sento sfruttato perchè non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo: in soldoni, se vado in ufficio e devo stare in silenzio 8 ore, per fare 2 ore di pausa pranzo, insomma queste cose alienanti e per me almeno tristi, io rifiuto. L’ho sempre fatto e sempre lo farò”. A parlare su Facebook, ripreso oggi dal Corriere del Veneto, è Filippo Bazerla, il rider fino a ieri sera anonimo di cui ha denunciato il caso Andrea Bassi, già consigliere regionale della Lega e poi in Fratelli d’Italia, si è dimesso nel 2021 da assessore comunale per ritornare al suo lavoro. Bassi si era dichiarato pentito, sia pure inconsapevolmente, dei chilometri da Verona sud a Bussolengo che il ragazzo aveva dovuto fare per consegnargli panino e patatine ordinate in una catena di fast food e ricevute tramite un servizio di delivery.
La distanza era tanta, ammette Bazerla, e “se ho accettato quella consegna, è perchè amo il mio lavoro, posso rifiutarle se voglio”. Peraltro, aggiunge, non era neanche vero, come sostenuto da qualcuno, che si viene penalizzati rifiutando.
“L’ho anche detto all’assessore – continua – che il problema era che non c’erano altri rider a parte me. Ma ripeto come ho rifutato 3 volte potevo farlo 4 o 5”.
Parlando di Bassi, il rider aggiunge: “in ogni caso, se voleva poteva annullare l’ordine, sia prima che dopo 5 minuti dall’offerta contrattuale, ma se lo faceva dopo io avrei ricevuto un indennizzo. Ma meglio così, se no arrivavo a Bussolengo e scoprivo di aver fatto la strada per niente e allora non sarebbe andato bene”. Tutto fa capire che Bazerla nelle vesti di rider ci stia benissimo e che le polemiche sulla categoria non lo interessino. “Non vogliamo regole, samo rider apposta – conclude – perchè così ci lasciate in pace”.
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte