Ci fa immensamente piacere pubblicare l’editoriale di un caro amico Publio Fiori.
A voi il comunicato stampa. Buona lettura.
Francamente non so se sia possibile la ricostituzione della DC. E’ certo, però, specie dinanzi all’attuale scenario, che è sempre più forte il convincimento che quel pensiero politico non abbia esaurito la sua funzione storica e che la crisi che stiamo vivendo scaturisca anche dall’esser venuto meno quel sistema di valori incarnati n! el partito dello Scudo Crociato.
Dunque, al di là delle denominazioni, dei simboli e delle formule forte è l’esigenza di un soggetto politico che s’ispiri senza ambiguità, opportunismi e compromessi al cattolicesimo politico.
Gli avvenimenti anche drammatici che si sono susseguiti dal 1990, l’inettitudine e la mancanza di coraggio da parte della classe dirigente di allora hanno determinato la caduta di quella che è stata la più grande tradizione democratica d’Occidente.
Oggi, dopo il crollo dell’utopia collettivista e la crisi del mito liberista, ci rendiamo conto che i cattolici troppo in fretta hanno rinunciato a far valere la loro filosofia di vita, le loro proposte volte al bene comune e la loro progettualità. Ne è scaturita una cultura politica tutta permeata da un individualismo esasperato che è il contrario del personalismo cristiano (Toniolo, Mounier, Sturzo). Con un concetto della libertà legato esclusivamente ad un soggettivismo razionalistico.
Manca nell’orizzonte della politica italiana una posizione che rivendichi quei valori, laici e costituzionali, sui quali è possibile ricostruire una strategia volta al “bene comune”.
“I cattolici non possono affatto abdicare alla vita politica” (Congregazione per la Dottrina della Fede – 24/XI/2002 n. 1).
Come Pio XII nel 1943 sollecitò i cattolici a predisporre con il Codice di Camaldoli un progetto per la ricostruzione morale e materiale dell’Italia, così Benedetto XVI il 4 Ottobre 2008 ha rivolto ai cattolici l’invito a recuperare, anche sul versante culturale e politico, quel protagonismo che con la crisi della DC abbiamo smarrito. Da anni la Chiesa ci esorta a far valere i nostri principi di riferimento mediante un coordinamento tra tutte le iniziative, movimenti, associazioni, partiti, comitati, ecc. (da un primo censimento sono oltre 500) che puntano al rilancio dell’azione culturale, sociale e politica del cattolicesimo e della dottrina sociale cristia! na.
Continuare a muoverci isolatamente, ognuno per proprio conto, significa condannarci definitivamente all’insignificanza politica. Trovare, invece, un modo per coordinare le nostre iniziative in vista di un comune obiettivo darebbe un peso alla nostra azione e potrebbe aprire prospettive nuove allo scenario politico.
Questo è lo scopo dell’incontro del 5 Luglio: avviare un processo di riaggregazione con la costituzione di una “Federazione di democratici cristiani” che, nel rispetto delle identità e dell’autonomia di ciascun soggetto, realizzi quel coordinamento nazionale auspicato da Papa Benedetto per porre fine alla diaspora dei cattolici. Consentendo loro di tornare ad incidere nell’attuale realtà politica a difesa dei propri valori con proposte idonee a superare questa crisi nello spirito di un nuovo umanesimo. Senza velleità egemoniche e ambizioni personalistiche, ma al solo scopo di contribuire a formare “una nuova generazione di politici cristiani, coerenti e coraggiosi”.
Chi intenda aderire a tale processo costituente e partecipare alla riunione del 5 Luglio può inviare una e-mail a: sedenazionale@rifondazionedc.it
Comunicherò tempestivamente luogo e ora dell’incontro.
A presto e cordiali saluti.
Publio Fiori