Riflessioni sulla rilevanza del SAN MARINO SONG CONTEST non solo musicale, ma anche politica e strategica per il nostro paese … di Luca Lazzari

Ieri sera Gabry Ponte ha vinto il San Marino Song Contest con Tutta l’Italia, un brano che ha già conquistato Sanremo e che ora porterà il nome di San Marino all’Eurovision. La notizia ha riacceso il solito dibattito: “Dovrebbe rappresentarci un sammarinese!”, “San Marino ha perso la sua identità!”.

Dietro queste proteste ci sono due tipi di profili. Da una parte ci sono quelli che vogliono davvero difendere qualcosa che sentono loro, ma che non hanno capito che senza un’industria musicale strutturata, senza un circuito produttivo forte, pensare che un sammarinese debba per forza rappresentare il Paese è semplicemente fuori dalla realtà. E poi ci sono gli altri. I capi-popolo del provincialismo, i predicatori della “sammarinesità” fatta su misura per garantire loro le solite rendite di posizione. Sono quelli che gridano all’“offesa alla sovranità”, alla “sammarinesità tradita”, ma che in realtà non vogliono altro che tenere il Paese piccolo, prevedibile e sotto controllo. 

Luca Lazzari, Segretario politico PSD

Con la vittoria di Gabry Ponte e la trasformazione del nostro contest in un evento di livello, San Marino ha fatto una scelta precisa: non vuole più stare ai margini, ma stare al centro del tavolo con i grandi. Questo non è solo un tema musicale, è una questione di politica estera. 

San Marino viene spesso visto dall’Italia come un’eccezione, un’anomalia storica, talvolta perfino come una minaccia. E invece, ora siamo il Paese che porta all’Eurovision Tutta l’Italia, un pezzo che racchiude l’identità musicale italiana e che la spinge sul palcoscenico più importante d’Europa. È una dimostrazione di intelligenza politica: San Marino si colloca come partner strategico dell’Italia. I campi di gioco sono molteplici: Unione Europea, ONU, Consiglio d’Europa. San Marino ha un’enorme potenzialità diplomatica, ma solo se la usa. E il contest musicale è un piccolo esempio di come si può passare da essere una “curiosità geografica” a un attore che sa tessere relazioni intelligenti.

Pensiamo a cosa è successo in questi mesi: per la prima volta, il nostro concorso è stato promosso su tutti i canali RAI, è stato annunciato a Sanremo da Carlo Conti, è stato trattato come un evento vero.

San Marino ha iniziato ad affacciarsi su un circuito di potere mediatico ed economico enorme.

Se continueremo su questa linea, il nostro contest non sarà solo un palco per artisti, ma una leva per dire la nostra là dove si decidono le regole della musica mainstream. 

E perché tutto questo è stato possibile?

Perché Roberto Sergio, Direttore Generale della RAI e da qualche mese Direttore Generale di San Marino RTV,

ci ha creduto più di noi.

Un uomo che gestisce il più grande gruppo radiotelevisivo italiano, con in mano il potere di decidere cosa passa e cosa non passa sugli schermi di milioni di persone, potrebbe tranquillamente fregarsene di San Marino. E invece no. Ha scelto di investire tempo e risorse. Non perché costretto. Ma perché ha visto un’opportunità per far crescere qualcosa di nuovo. Perché ha capito che San Marino può essere molto più di quello che è oggi. Ci sta mostrando, con i fatti, cosa significa credere in un progetto e dargli una prospettiva vera. Ora tocca a noi meritarcelo.

Ma attenzione: Sergio non è arrivato qui per caso. Il suo impegno per San Marino è stato reso possibile da chi ha lavorato politicamente per portarlo a bordo. Il merito va al Segretario di Stato Luca Beccari, al Segretario di Stato Rossano Fabbri, e ovviamente al Segretario di Stato Federico Pedini Amati, che ha avuto inoltre il grande merito di lanciare il festival e di portarlo avanti con coraggio.

E c’è un altro merito che va riconosciuto. San Marino RTV quest’anno ha dimostrato di essere all’altezza di un grande spettacolo. La regia, il ritmo televisivo, la gestione tecnica: tutto è stato perfetto. Un segno che quando si alza l’asticella, possiamo stare al passo.

Il San Marino Song Contest oggi è al 5% di quello che potrebbe essere.

Abbiamo solo scalfito la superficie di un progetto che può diventare un asset culturale, economico e diplomatico di peso.

Se vogliamo davvero farlo crescere dobbiamo rafforzare il legame con la RAI e con i circuiti musicali internazionali, coinvolgere investitori, costruire elementi di attrazione per gli artisti, portare a San Marino produttori, talent scout e professionisti del settore.

Se creiamo le giuste connessioni, se facciamo di San Marino un crocevia della musica europea, allora anche i talenti sammarinesi avranno finalmente la possibilità di crescere, di formarsi, di trovare sbocchi concreti.

Non un’illusione di rappresentanza, ma un trampolino reale. Perché il vero obiettivo non è chiudersi e proteggere qualcosa che non c’è, ma creare un sistema che dia a San Marino e ai suoi artisti le ali per volare.

Luca Lazzari
Segretario Partito dei Socialisti e dei Democratici