RIFORMA FISCALE: COSE DA FARE…E CONSEGUENZE!….di Andrea Zafferani

Cerchiamo in estrema sintesi di capire che cosa occorre fare nella riforma fiscale prossima ventura.

Si parla e si grida l’equità. Bene, giusto: se un sistema fiscale non è equo, vi sono una serie di effetti distorsivi sull’economia e forme di ingiustizia sociale evidenti.

Proviamo quindi a entrare più nel merito del problema.

DEFINIRE L’EQUITA’

Cosa vuol dire equità? Che a parità di capacità contributiva occorre parità di imposta.

Si parla quindi di capacità contributiva, e non solo di reddito, perchè la capacità contributiva coinvolge tanti parametri: certamente il reddito del singolo anno, ma anche i patrimoni intestati (mobili e immobili), le abitudini di consumo, il trattamento normativo del proprio lavoro (chi ha il lavoro sicuro ha più capacità contributiva a  parità di reddito di chi ce l’ha insicuro), la situazione sociale e familiare vissuta, ecc…

E si parla di imposta, non di aliquote, perchè l’imposta finale dipende da tanti meccanismi di deduzioni e detrazioni che il sistema fiscale deve considerare.

DEFINIRE LA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA: ALTRI ELEMENTI OLTRE AL REDDITO E LOTTA A EVASIONE

Qual’è il primo passo? Determinare la capacità contributiva. Che significa da un lato trovare, PER TUTTI, forme di tassazione che guardino non solo al reddito ma anche agli altri elementi di capacità contributiva, come ad esempio:

le abitazioni intestate o condotte in leasing oltre alla prima casa, che potrebbero essere tassate con una moderata imposta sul valore del bene;

il possesso di auto o altri beni mobili di un certo tenore, che potrebbe essere tassato con una moderata imposta sul valore del bene, oppure attraverso un aumento del reddito presunto;

il tipo di lavoro svolto: un lavoratore della Pa, con posto sicuro, potrebbe pagare un “quid” in più, a parità di reddito, di un dipendente privato;

la presenza o meno di persone a carico, non solo figli ma anche ad esempio genitori non autosufficienti da accudire, anche attraverso collaboratrici domestiche, che potrebbe portare ad una riduzione della capacità contributiva;

e dall’altro, PER I LAVORATORI INDIPENDENTI E LE SOCIETA’, migliorare le forme di accertamento del reddito, che significa contrastare efficacemente l’evasione fiscale, attraverso meccanismi come:

gli accertamenti indiretti, come nell’esempio del possesso di auto o altri beni mobili fatto sopra;

le deduzioni e detrazioni analitiche per i consumatori, che li spingano a chiedere fatture e scontrini quando acquistano beni o servizi;

la tracciabilità dei pagamenti, ad esempio obbligando all’adozione della Smac Card e caricando una percentuale invitante di sconto a carico dello Stato qualora questa venga usata dal consumatore x pagare le prestazioni o i beni in modo da incentivarne l’uso;

gli studi di settrore, qualora sia possibile renderli concreti e utili viste le nostre piccole dimensioni.

DEFINIRE L’IMPOSTA: PARI CAPACITA’ CONTRIBUTIVA PARI IMPOSTA

Il passaggio successivo è definire l’imposta. Se la capacità contributiva viene definita meglio e con più esattezza, secondo le norme di cui sopra, allora anche le aliquote d’imposta dovranno adeguarsi di conseguenza.

Più precisamente: se io ho la tua stessa capacità contributiva, non è che posso pagare 3 volte quel che paghi tu perchè io sono un lavoratore autonomo e tu un dipendente!!

Questa cosa mi pare lapalissiana! Oggi è vero che gli indipendenti e le società possono evadere parte del reddito (non certo tutto), ma è anche vero che pagano aliquote medie attorno al 15%, mentre i dipendenti pagano aliquote medie attorno al 5%: era questo il “patto non scritto” insito nel nostro sistema fiscale!!

Se domani non ci sarà più elusione, o ce ne sarà meno, questa situazione non sarà evidentemente più tollerabile.

EFFETTO FINALE: MENO EVASIONE, MA PIU’ TASSE PER I DIPENDENTI

E’ doveroso lottare e battersi perchè si riduca l’evasione fiscale (quindi i redditi vengano dichiarati tutti) e perchè si guardi anche ai patrimoni e non solo ai redditi. Ed è doveroso che nella riforma fiscale queste cose ci siano. Qualcosa di positivo trapela già (le deduzioni e detrazioni analitiche per i consumatori, ad esempio) ma sembra poco e bisogna fare di più.

Ipotizziamo che si faccia di più, e che tutti ci battiamo perchè sia fatto di più.

Tutti dichiareranno cifre più vicinei alle loro reali disponibilità, e verranno tassati anche sulla base di indicatori indiretti di reddito. Bene, ma l’effetto conseguente sarà che le aliquote degli indipendenti tenderanno a ridursi e quelle dei dipendenti ad aumentare, a parità di capacità contributiva (calcolata come sopra con un mix fra indicatori reddittuali e indiretti) perchè a quel punto, come detto sopra, le differenze oggi esistenti non saranno più giustificate!!

Se vogliamo evitare di fare solo demagogia, questa analisi non può essere elusa e i lavoratori dipendenti devono essere informati di questo.

Siamo pronti ad accettare l’aumento delle tasse per i dipendenti che andrà assieme ad un maggior contrasto all’evasione e all’elusione fiscale?

Andrea Zafferani