di Alessio Muccioli – Segretario FUPI-CSdL
È in programma domani (mercoledì 7 luglio) a Palazzo Pubblico alle 9.00 un ulteriore incontro tra Sindacato e delegazione del Congresso di Stato sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Con grande sorpresa e sconcerto dobbiamo rimarcare che, nonostante le richieste sindacali, l’ordine del giorno dell’incontro di domani non contiene il tema del precariato, nonostante vi sia un impegno sottoscritto da Sindacato ed Esecutivo a definire la soluzione di tale problema entro settembre 2010.
L’atteggiamento dell’Esecutivo è sempre lo stesso; non ha molto interesse rispetto ai problemi dei lavoratori e della loro quotidianità, e non si preoccupa di dare risposte alle persone che vivono le situazioni più difficili. Ciò traspare chiaramente fin dagli ordini del giorno delle convocazioni del tavolo preposto alla riforma della Pubblica Amministrazione. Il provvedimento di stabilizzazione dei precari in organico è un atto quanto mai necessario, in particolare in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, per dare “ossigeno” e certezza di lavoro almeno a qualche componente delle famiglie sammarinesi, spesso composte da lavoratori e lavoratrici sia del privato che del pubblico. Famiglie all’interno delle quali già vi sono disoccupati o lavoratori cassa-integrati.
È evidente che dare stabilità contrattuale e una maggiore sicurezza salariale, oltre a realizzare un sacrosanto diritto dei lavoratori, contribuirebbe anche ad innalzare la propensione al consumo, cosa più che mai necessaria per far sì che l’intero tessuto economico del paese eviti spirali recessive. Nonostante, quindi, sia di estrema importanza dare questo tipo di risposte, l’Esecutivo tergiversa e dà precedenza ad altri temi, come ad esempio il decreto concorsi, che per un ovvio ragionamento logico deve essere attuato dopo l’ultima fase di stabilizzazione.
Perché l’Esecutivo vuole evitare il confronto sul precariato? Eppure già da molti mesi è in atto l’elaborazione del fabbisogno della PA; si tratta di uno studio condotto da una società estera, che sicuramente avrà influenza sul tema del precariato. L’elaborazione di questo studio dovrebbe, a nostro avviso, essere a buon punto poiché la collaborazione con la società preposta all’elaborazione del fabbisogno è attiva già dall’anno scorso. Probabilmente l’intenzione dell’Esecutivo è di attivare un confronto all’”acqua di rose”, mentre il sindacato ha invece necessità di presentare le risultanze di tale studio a tutti i lavoratori, ufficio per ufficio.
L’elaborazione del fabbisogno quantitativo e la risoluzione del problema del precariato sono temi centrali, tant’è vero che il Direttivo unitario del pubblico impiego ha chiesto ai dirigenti sindacali che venga posta la priorità assoluta a questi argomenti rispetto alle altre tematiche della riforma PA.