“… il legislatore sammarinese ha ritenuto che i giudici a tempo determinato – come il sottoscritto e come gli altri nuovi due Giudici d’appello – non possano far parte del Consiglio Giudiziario Plenario (il «CSM di San Marino», ndr). E’ una ragione che si trova scritta a chiare lettere, diciamo, di fuoco, nella relazione al progetto di legge (n. 1 del 2020, ndr), e che è stata vigorosamente ribadita anche nel corso del dibattito consiliare, che ha preceduto l’approvazione della legge. Dice la relazione: in Consiglio Giudiziario bisogna dare «La precedenza ai magistrati che abbiano ricevuto conferma dopo il periodo di prova, perché è fondamentale garantire che i componenti siano perfettamente indipendenti» (sottinteso dal potere politico), cioè che le posizioni dei singoli componenti in Consiglio Giudiziario Plenario possano essere espresse in modo libero e privo di condizionamenti».
Lo dice con pacatezza ma senza mezzi termini il giudice d’Appello Francesco Caprioli, il professore di diritto penale entrato quasi tre anni fa tra i togati della Repubblica, nel verbale della seduta dell’8 giugno scorso del Consiglio Giudiziario Ordinario, consesso presieduto dai due massimi guardiani delle Istituzioni di San Marino, i Capitani Reggenti, dal segretario di stato alla Giustizia e a cui partecipano gli altri 14 magistrati civili e penali, di ogni ordine e grado, del tribunale del Titano. Unico assente, giustificato, il commissario CONTINUA