Nell’insalata c’era di tutto dagli insetti ai capelli e persino mozziconi di sigarette e pezzi di metallo. E’ quello che per boicottare una grossa società agricola della provincia distributrice di generi alimentari nei supermercati ben 24 dipendenti cinesi (di cui 21 donne), in guerra con l’azienda per questioni economiche e licenziati tre mesi fa, avevano inserito nelle confezioni destinate alla vendita.
Ora sono tutti indagati per il reato pluriaggravato di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari. Le prove video sarebbero schiaccianti; infatti l’azienda alle prime avvisaglie aveva installato ben 64 telecamere che sembrerebbe aver incastrato questi dipendenti.
«La questione è molto delicata – dice il team di legali formata dai legali Davide Grassi, Patrick Wild, Gaia Galeazzi e Filippo Capanni– ma non è così scontata come potrebbe apparire a una lettura superficiale degli atti. I lavoratori, tutti associati ad Adl Cobas Romagna, sono indagati e non ancora imputati. Faremo di tutto per dimostrare la completa estraneità dei nostri assistiti».