In molti la ricordano come ‘la sera in cui Rimini cambiò per sempre’.
Diciamo che la presentazione del libro ‘Rimini’ da parte dell’autore Pier Vittorio Tondelli, avvenuta esattamente 40 anni fa, sta più o meno al mito della nostra città come la scena della fontana di Trevi de La Dolce Vita alla storia del cinema.
Il 5 luglio del 1985, il Grand Hotel si preparava ad ospitare un evento allora criticato, discusso, decantato, anni dopo assurto ad evento comunque simbolico di un’epoca tanto estrema e contraddittoria quanto intensa. Era un venerdì sera e non poteva che essere un luogo così iconico come il cinque stelle ‘felliniano’ ad ospitare la presentazione di un romanzo che dalla città aveva preso linfa, ambientazione e titolo: Rimini, fenomeno editoriale di quell’estate firmato dal giovane scrittore Pier Vittorio Tondelli.
Per ovvie ragioni anagrafiche non posso avere memoria personale di quella sera, ma sono talmente tanti i racconti (di chi c’era e di chi non c’era ma avrebbe voluto esserci), i ricordi tramandati, le ‘leggende’ che si sono rincorse negli anni, che è impossibile non restarne affascinati o quanto meno incuriositi. E se le cronache di quella notte si annebbiano o cambiano di sfumature con l’inevitabile trascorrere del tempo, restano invece immortali e immutabili le immagini di quella sera scattate dall’obiettivo di Davide Minghini, a cui fu affidato il compito di documentare attraverso il suo sguardo non banale quella presentazione così fuori dagli schemi.
E basta scorrere le foto di quel reportage, oggi parte dello straordinario patrimonio archivistico della Biblioteca Gambalunga, per raccogliere alcune delle suggestioni di quella notte. Una galleria di immagini in bianco e nero e a colori (quei colori ‘bruciati’ delle pellicole ad amplificarne il fascino) che documentano le stravaganze di Roberto D’Agostino, scelto come presentatore d’eccezione, contrastate dai look formali di molti invitati che avevano occupato le sedie di ferro battuto distribuite nel giardino del Grand Hotel. Tra gli ospiti anche un giovane critico d’arte allora poco conosciuto, Vittorio Sgarbi e la sorella Elisabetta. I sorrisi divertiti e le sigarette accese, promesse di una serata che – sempre tornando alle cronache – sarebbe proseguita oltre quel giardino stellato e ancora la musica del pianobar e soprattutto quelle pose apparentemente timide e distaccate di quel Tondelli capace di far discutere e scandalizzare.
Comunque la si voglia ricordare o immaginare, quella serata resta comunque qualcosa di unico, segnando l’esatta fusione tra quel sentimento che emerge dalle pagine del romanzo e colui che quelle pagine le ha scritte. E, vista col senno di poi, fu anche una sorta di spartiacque per una città che proprio attraverso quel romanzo e in parte anche attraverso quell’eccentrico happening nel cuore di quei stroboscopici anni Ottanta cambiò modo di percepirsi oltre che di raccontarsi.
Guarda non a quello che è stato, ma a quello che sarà anche grazie al vissuto di quegli anni il progetto che abbiamo lanciato quest’anno traendo ispirazione dai quarant’anni di Rimini di Tondelli. Un cartellone di appuntamenti che attraversa e contagia la programmazione culturale della città, che proseguirà fino all’autunno tra musica, parole, immagini. Dal ritorno live dei CCCP- Fedeli alla linea il 24 luglio, la musica di Mauro Pagani, Vasco Brondi e Midge Ure, i dj set dei deejay delle discoteche che hanno fatto la storia della Riviera, il remix tondelliano di Nico Note, fino agli scatti ‘proibiti’ e inediti di Marco Pesaresi in esposizione da settembre ai Palazzi dell’arte e ancora tante altre occasioni per vivere, ancora o per la prima volta, gli anni Ottanta.
Comune di Rimini