Rimini. “A scuola soltanto chi è vaccinato”. A Rimini rischiano 300 bambini

vacciniCENTINAIA di bambini non vaccinati, obbligati a stare fuori da scuola. La sola idea ha fatto diventare caldi i centralini del Comilva, il Coordinamento del movimento Italiano per la libertà di vaccinazione. Il coordinamento ha nel riminese la sua roccaforte nazionale. Un primato, guardando alla percentuale italiana di famiglie che rinunciano a vaccinare i figli. «Stiamo ricevendo chiamate continue da genitori arrabbiati e delusi», dice una referente locale. A poco sono servite le parole del ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, che ieri ha tirato il freno spiegando che al momento «non c’è nessun piano per bloccare l’accesso ai bambini non vaccinati a scuola», rimandando tuttavia la questione al Parlamento. Resta il fatto che il piano vaccinale del ministero porta all’ipotesi di legare la frequenza scolastica all’obbligo delle vaccinazioni.
Un’ipotesi che nella provincia di Rimini avrebbe effetti importanti che colpirebbero centinaia di famiglie. Per l’esattezza, nel 2014, ai 24 mesi di età erano 291 i bambini che non avevano ricevuto la benché minima vaccinazione. La media riminese in regione è la più alta. Per il vaccino sulla poliomelite la percentuale di bambini si attesta sull’88,4%, contro il 94,8% regionale. La soglia di rischio al di sotto della quale non si dovrebbe scendere, per il ministero, è il 95%. Per non abbassare questo valore ed anzi aumentare i vaccinati, nel piano scritto dal ministero e dall’Istituto superiore della sanità, si parla della possibilità di introdurre in futuro «l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni previste nel calendario per l’ingresso scolastico».
«Non si può affrontare così la questione», replicano dal Comilva. «Da sempre quello che contestiamo non sono i vaccini in sé, ma le metodologie con le quali vengono somministrati». Tradotto: «E’ basilare capire se il trattamento sanitario non incide negativamente sullo stato di salute. Va poi considerato di quale vaccino stiamo parlando. A bambini di 2 mesi e mezzo viene fatto quello per l’Epatite B che viene contratta semmai in età adulta». Ma restano i rischi di un ritorno di malattie che si pensavano dimenticate, come da sempre sostiene l’Ausl. Intanto in Regione c’è chi si sta già muovendo per reintrodurre l’obbligo di vaccinazione per l’accesso alla scuola. «La bassa percentuale di vaccinazioni obbligatorie e non, nel riminese – spiega Nadia Rossi, consigliere regionale del Pd – non ci si può gonfiare il petto. E’ un quadro che deve interrogarci sui danni, gravi, che può provocare la disinformazione, scegliere senza avere la consapevolezza delle conseguenze e facendosi prendere più dalle paure dei genitori che dalla ragione. Mi auguro che l’obbligo di vaccinarsi per frequentare la scuola si traduca in una modifica della legge in materia».

Resto del Carlino