Rimini, accusata di maltrattamenti dalla compagna, si difende in aula: “È lei che mi ha aggredita davanti ai miei figli”

È entrata in aula da imputata, ma davanti alla giudice ha ribaltato ogni accusa. Una donna di 55 anni, professionista emiliana, è finita a processo a Rimini con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna, una 60enne riminese. Ma secondo la versione raccontata mercoledì al Tribunale di Rimini, non sarebbe lei l’autrice delle violenze, bensì la vera vittima di una relazione tossica e aggressiva.

La vicenda ha avuto inizio nel 2017, quando le due donne si erano conosciute casualmente su una spiaggia di Riccione. Da lì era nata una relazione che, almeno secondo la versione fornita dalla donna oggi sotto processo, si sarebbe rivelata presto difficile e segnata da tensioni crescenti.

Assistita dall’avvocato Andrea Iaccarini, del Foro di Modena, l’imputata ha spiegato in aula che non vi fu una vera convivenza, ma solo una frequentazione più intensa durante le vacanze estive, in quanto avrebbe avuto bisogno di un alloggio per far soggiornare i propri figli. Nessuna intenzione, quindi, di stabilirsi in pianta stabile nella casa dell’ex partner.

I maltrattamenti? «Li ho subiti io», ha detto con fermezza alla giudice Elisa Giallombardo, sostenendo che la sua ex l’avrebbe aggredita anche in presenza dei figli. La relazione, a suo dire, si sarebbe conclusa dopo appena un anno, proprio a causa del clima insostenibile. Tuttavia, ha ammesso di aver mantenuto contatti con l’ex compagna, talvolta per aiutarla economicamente, anche dopo la rottura definitiva.

Le dichiarazioni dell’imputata puntano a ridefinire completamente i ruoli all’interno della vicenda, aprendo uno scenario processuale che potrebbe complicarsi ulteriormente. La parola ora passa al giudice, che dovrà valutare le versioni contrapposte in un caso in cui la linea tra vittima e carnefice appare tutt’altro che netta.