Due fratelli e una madre alla sbarra. I primi con l’accusa di avere violentato la sorella fin da quando aveva 8 anni, la seconda di non avere mosso un dito per impedirlo. Una storia di degrado e miseria, quella che ieri mattina è arrivata davanti al giudice per le indagini preliminari, e che si è chiusa con la decisione di sottoporre i due fratelli a una perizia psichiatrica.
E’ nel 2014 che la ragazzina riminese, che all’epoca ha 16 anni, comincia a mostrare troppa attenzione agli argomenti sessuali. E’ una giovane con un lieve ritardo mentale, e quelle ‘nozioni’ insospettiscono insegnanti e psicologa che decidono di mandarla al consultorio. Qui la dottoressa comincia a farle qualche domanda generale, ma rimane di stucco quando la ragazzina le confessa senza mezzi termini che ha rapporti sessuali con due dei suoi fratelli, da quando aveva otto anni. E’ talmente sicura di quello che dice che superato il momento di choc, il medico allerta subito la Procura. La famiglia, scoprono, vive in una grave situazione di disagio, sia economico che psicologico. Padre e madre che abitano con quattro figli in un appartamento di poco più di 30mq. Alcuni dormono ai piedi del letto, in una promiscuità come non si vedeva da decenni. Il padre è spesso ubriaco, e la madre non riesce a far fronte alla situazione. Da tempo sono seguiti dai servizi sociali, ma nessuno aveva mai sospettato niente del genere.
Le indagini partono immediatamente, e viene fissato subito un incidente probatorio in cui la presunta vittima viene sentita in audizione protetta e con tutte le cautele. In questi non si fanno mai domande troppo dirette, alla verità si cerca di arrivare senza traumi. Ma lei conferma tutto, e aggiunge anche un particolare che tira dentro anche la madre. Sostiene infatti che quando si era rivolta a lei per dire quello che le facevano i fratelli, la mamma le aveva mollato uno schiaffo e le aveva intimato di tacere, o sarebbero arrivati gli assistenti sociali, e sarebbero stati guai. A quel punto i due fratelli e la madre vengono indagati, i primi per violenza sessuale aggravata e lei per non avere impedito che si consumasse la violenza, sapendo cosa stava succedendo. I ragazzi, di 26 e 27 anni, difesi da Alessandro Brugioni, si difendono negando a oltranza di avere mai toccato la sorellina in «quel modo». Sostengono che la ragazzina ha seri problemi comportamentali, e che tutta quella storia è un parto della sua fantasia. La giovane viene anche sottoposta a perizia psichiatrica, ma le conclusioni dell’esperto nominato dal pubblico ministero, sono che la ragazzina è del tutto idonea a testimoniare. In netto contrasto invece con il perito nominato dalla difesa, il quale sostiene invece che non è
E’ nel 2014 che la ragazzina riminese, che all’epoca ha 16 anni, comincia a mostrare troppa attenzione agli argomenti sessuali. E’ una giovane con un lieve ritardo mentale, e quelle ‘nozioni’ insospettiscono insegnanti e psicologa che decidono di mandarla al consultorio. Qui la dottoressa comincia a farle qualche domanda generale, ma rimane di stucco quando la ragazzina le confessa senza mezzi termini che ha rapporti sessuali con due dei suoi fratelli, da quando aveva otto anni. E’ talmente sicura di quello che dice che superato il momento di choc, il medico allerta subito la Procura. La famiglia, scoprono, vive in una grave situazione di disagio, sia economico che psicologico. Padre e madre che abitano con quattro figli in un appartamento di poco più di 30mq. Alcuni dormono ai piedi del letto, in una promiscuità come non si vedeva da decenni. Il padre è spesso ubriaco, e la madre non riesce a far fronte alla situazione. Da tempo sono seguiti dai servizi sociali, ma nessuno aveva mai sospettato niente del genere.
Le indagini partono immediatamente, e viene fissato subito un incidente probatorio in cui la presunta vittima viene sentita in audizione protetta e con tutte le cautele. In questi non si fanno mai domande troppo dirette, alla verità si cerca di arrivare senza traumi. Ma lei conferma tutto, e aggiunge anche un particolare che tira dentro anche la madre. Sostiene infatti che quando si era rivolta a lei per dire quello che le facevano i fratelli, la mamma le aveva mollato uno schiaffo e le aveva intimato di tacere, o sarebbero arrivati gli assistenti sociali, e sarebbero stati guai. A quel punto i due fratelli e la madre vengono indagati, i primi per violenza sessuale aggravata e lei per non avere impedito che si consumasse la violenza, sapendo cosa stava succedendo. I ragazzi, di 26 e 27 anni, difesi da Alessandro Brugioni, si difendono negando a oltranza di avere mai toccato la sorellina in «quel modo». Sostengono che la ragazzina ha seri problemi comportamentali, e che tutta quella storia è un parto della sua fantasia. La giovane viene anche sottoposta a perizia psichiatrica, ma le conclusioni dell’esperto nominato dal pubblico ministero, sono che la ragazzina è del tutto idonea a testimoniare. In netto contrasto invece con il perito nominato dalla difesa, il quale sostiene invece che non è