Rimini. Aeradria, lo sfogo di Ravaioli: «Atti in regola, dormo tranquillo». Gli inquirenti contestano le lettere di patronage per finanziare il ‘Fellini’

1431231-ravaioli«Non fatemi dire niente, prima mi devo consultare con il mio difensore». Alberto Ravaioli, ex primario di oncologia, ma soprattutto sindaco di Rimini dal 1999 al 2011, preferirebbe tacere. Da sabato, però, l’ex primo cittadino è entrato a pieno titolo nell’inchiesta Aeradria: iscritto nel registro degli indagati e con lui il successore Andrea Gnassi, gli ex presidenti della Provincia Nando Fabbri e Stefano Vitali, gli ex presidente e vice di Aeradria, Massimo Massini e Massimo Vannucci, il presidente della Fiera, Lorenzo Cagnoni, l’ex numero uno della Camera di Commercio Manlio Maggioli e o Sandro Giorgetti, già presidente di Air (società controllata di Aeradria). Tra i reati contestati anche l’associazione a delinquere. Quando ha scoperto di essere fra gli indagati eccellenti di Aeradria? «L’ho saputo solo sabato, quando mi è stato notificato l’atto giudiziario. Ho subito cercato il mio difensore, ma, essendo sabato, non era al lavoro. Sono rimasto molto sorpreso, non mi aspettavo di certo un simile provvedimento, soprattutto dopo tre anni». Eppure il suo nome circolava già da tempo fra i possibili destinatari di avvisi di garanzia. «In questi tre anni non ho mai ricevuto nulla di nulla. Non voglio parlare, lo ripeto. Non sono mai stato chiamato dai pubblici ministeri che si sono occupati dell’inchiesta. Nessuno mi ha mai convocato nè come persona informata sui fatti, nè come indagato. Anzi, ho scoperto di esserlo solo l’altro ieri». Sa anche che le viene contestata l’associazione a delinquere? «Io faccio il medico, non so neanche a cosa si riferisca quel capo d’imputazione. Bisogna vedere bene il significato concreto. Certo che la parola associazione a delinquere parla già da sè, ma ciò nonostante ho dormito. Sono tranquillo». Le viene imputato di aver messo la sua firma su una delle famose lettere di patronage per fare ottenere finanziamenti all’aeroporto da parte delle banche. «Devo rivedere tutte le carte di tre anni fa, ma quella lettera l’avevo fatta controllare dai dirigenti del Comune affinchè non sussistesse alcuna irregolarità dal punto di vista giuridico. Era stata analizzata e ben soppesata, sembrava insomma tutto perfettamente in regola. Adesso parlerò con il mio legale e poi vedremo». Il Resto del Carlino