«HO PERDUTO tutto: salute, lavoro, amici, la mia stessa vita. Non esco più di casa. E tutto per una donna. Ho vissuto questi dieci anni solo e soltanto per poter arrivare ad oggi e poter rivelare qui in tribunale, l’inferno che ho attraversato per colpa dell’imputata». La vittima di stalking stavolta è un uomo, un quarantaquattrenne, ex agente di Polizia, che ieri mattina, assistito dall’avvocato Andrea Muratori, come un fiume in piena, per più di due ore e mezza, ha raccontato il calvario iniziato dieci anni fa quando ha conosciuto un’allora quarantenne, difesa dall’avvocato Alberto Donini. La donna è infatti a processo per atti persecutori, ossia stalking.
L’EX AGENTE ha spiegato al giudice di aver conosciuto l’allora quarantenne perchè aveva bisogno di compilare la dichiarazione dei redditi e si era rivolta a lei che lavorava in quel settore. Da lì era nata all’inizio una semplice amicizia. L’uomo poi aveva ottenuto un trasferimento e la donna si era offerta di ospitarlo per qualche mese nella sua casa. «Era solo una coabitazione», ha specificato l’ex agente che pur ha ammesso di avere avuto un paio di rapporti sessuali con la donna. Ma la situazione è poi precipitata quando il pubblico ufficiale ha deciso di lasciare l’appartamento. Sempre stando all’accusa, la donna si sarebbe sentita abbandonata.
«MI MANDAVA dai 30 ai 40 messaggi al giorno–ha raccontato l’uomo– io cercavo di farle capire che non volevo tornare a vivere a casa sua. Allora ha iniziato a pedinarmi ovunque, me la trovavo sotto casa, in ufficio. Ho anche accettato di incontrarla per cercare di chiarire una volta per tutte la vicenda, ma il tutto è peggiorato ulteriormente. Ma lei niente, non si dava per vinta. Veniva nel mio ufficio e poi andava a denunciarmi dai miei colleghi».
L’AGENTE, sempre stando alla sua ricostruzione dei fatti, è così costretto a chiedere il trasferimento ad altro ufficio, ma, sempre stando a quanto raccontato dalla vittima, la donna l’avrebbe seguito, sempre con altre denunce. «Ho cambiato vari uffici e sedi. Intanto la mia carriera ne risentiva, così come la mia salute–confessa l’uomo–. Mi sentivo perseguitato e sono entrato in depressione. Sono stato costretto a stare a casa, in malattia, per diciotto mesi. Non riuscivo più a riprendermi», ha continuato nella sua deposizione. Intanto l’ex agente, a sua volta, aveva denunciato più volte la donna per molestie. Poi il 24 settembre 2009 ha depositato quella per stalking.
«HO PERDUTO il lavoro, non esco più di casa, non ho più una vita–ha detto al giudice–ho vissuto solo ed esclusivamente per questo momento, per poter raccontare al giudice l’inferno al quale sono stato costretto da questa donna».
IL PROCESSO è stato aggiornato al prossimo 23 giugno quando sarà ascoltata l’imputata che racconterà la sua versione. La difesa sosterrà che si è trattato solo ed esclusivamente di un malinteso, come spesso accade alla fine di una relazione sentimentale, seppur durata solo pochi mesi.
Resto del Carlino