Inneggiando all’Isis, armato di una chiave inglese si scaglia contro i carabinieri, ferendone uno. In manette, è finito un albanese, di 21 anni, arrestato dai militari di Riccione per resistenza a pubblico ufficiale. I genitori si sono rifiutati di prenderlo in casa e il giudice ha disposto che resti in carcere, anche in attesa di ulteriori accertamenti sulle sue ‘simpatie’.
I fatti risalgono a due giorni fa, quando i militari vanno a controllare un uomo che si trova agli arresti domiciliari. Ma quando arrivano a casa sua, nonostante il divieto di ricevere visite, vedono che sta armeggiando a una bicicletta insieme a un ragazzo. Alla richiesta di spiegazioni, questo, un albanese, si altera subito, mandando i militari a quel paese. Quando poi i carabinieri gli chiedono di mostrare loro i documenti, quello risponde picche e in un momento si trasforma in una furia. Afferra una grossa chiave inglese e si scaglia sulle divise, inveendo e inneggianto in arabo all’Isis. Mentre cerca di attaccarli, si stringe in mano una medaglietta, anche quella con delle scritte in arabo. Ne nasce una violenta colluttazione, l’albanese è scatenato e non ha nessuna intenzione di farsi prendere. Anzi, sembra che l’unico obiettivo sia quello di colpire i militari, e alla fine riesce a ferirne uno. Il ragazzo viene ammanettato a fatica, ma nessuno riesce ugualmente a capire di chi si tratta.
Anche una volta portato in caserma, l’albanese si rifiuta di fornire le sue generalità che i carabinieri sono riusciti scoprire soltanto il giorno dopo. Il giovane vive con i genitori ed è regolare in Italia, ma a quanto pare il padre e la madre ne hanno abbastanza di lui. Quando il giudice ha ravvisato la possibilità di metterlo agli arresti domiciliari, il padre avrebbe risposto chiaro e tondo che è stanco del comportamento del figlio, e che non aveva nessuna intenzione di riprenderlo, e anche il figlio ha risposto che preferiva andarsene in carcere. L’albanese, difeso dall’avvocato Nicola Rugi, è così tornato in cella, ma le indagini sul suo conto non sembrano essere ancora finite. Gli inquirenti hanno intenzione di approfondire la posizione del giovane, in merito alle sue simpatie per l’Isis, e di tradurre la scritta che c’è sulla medaglietta.
