Rimini, via Aleardi. Strada tenuta in ostaggio dai nomadi «Minacciano donne e anziani»

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«Siamo ostaggio di un gruppo di nomadi. Abbiamo paura ad uscire di casa e nessuno fa nulla». Il grido d’allarme arriva da via Aleardi, zona Lagomaggio. A spiegare la situazione è Emanuele Sergiani, titolare del bar Lilly. «Tutto è iniziato una settimana fa con l’arrivo di una famiglia di nomadi, composta da una decina di persone. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano – spiega l’imprenditore riminese – Ma poi si sono piazzati nella strada e prendono di mira le persone sole, soprattutto anziani e donne che vanno alla casina dell’acqua per rifornirsi».
La tecnica è sempre la medesima, quella dell’accerchiamento sistematico per confondere la vittima. Aggiunge Sergiani: «Si avvicinano almeno cinque o sei ragazzini e prendono di mira la donna o l’anziano che ha in mano una bottiglia d’acqua. Iniziano ad infastidirlo con il chiaro intento di riuscire a mettere le mani nella borsetta o nelle tasche per rubare il portafogli». E qualche colpo è già andato a segno perchè la famiglia nomade non ha alcuna intenzione di alzare le tende. Tra i residenti la tensione inizia a salire. Spiega Maria C., residente nella strada: «Eravamo molto contenti dell’installazione della casina dell’acqua, ci sembrava una grande conquista. Ora, invece, abbiamo paura a scendere in strada perchè c’è sempre qualcuno che ci chiede una sigaretta, una moneta. Se rispondiamo male, ci insultano».
Da tempo i residenti si lamentano della situazione di totale abbandono in cui versa via Aleardi. Racconta ancora il titolare del bar: «Il sagrato della chiesa Regina Pacis di sera si trasforma in un dormitorio, rifugio di nomadi e sbandati con tanto di materassi e coperte che poi all’alba, come per magia, spariscono. Non parliamo poi del parco. Nessuno osa avvicinarsi quando cala il sole. E’ diventata una latrina a cielo aperto. E nessuno fa nulla. Abbiamo segnalato tutto in Comune, alle forze dell’ordine. Nulla. Il degrado è totale. Questa zona è stata già bersagliata di furti in passato, speriamo che non si ripetano». Il Resto del Carlino.