Un quartiere sotto tensione, una petizione che ha superato in pochi giorni le mille firme e la decisione di chiedere ascolto direttamente nella capitale. A Rimini cresce la rabbia dei cittadini di fronte al moltiplicarsi di episodi di cani sbranati dai lupi, con casi ripetuti segnalati nel solo mese di agosto nella zona di via Santa Cristina.
L’ultimo incontro si è svolto lunedì scorso, 8 settembre, alla sala del Tituccio: 184 persone presenti, clima carico di paura e indignazione. L’episodio che ha segnato maggiormente la comunità risale a metà agosto, quando un lupo è riuscito a scavalcare una recinzione di due metri e ad attaccare un cane proprio vicino all’abitazione dei padroni, che pochi minuti prima erano in giardino con la figlia piccola. L’animale è stato sbranato, il collare ritrovato tra i resti: una scena che ha lasciato sgomenti i vicini e acceso un campanello d’allarme sulla sicurezza.
Il presidente del Forum del quartiere 11, Marco Succi, ha raccolto cinque segnalazioni solo nel mese di agosto, con cani aggrediti nei giardini o durante il rientro dai campi. Da qui la scelta di passare dalla protesta locale a un’iniziativa nazionale: i promotori spiegano di voler raggiungere Roma, grazie anche al contatto aperto con la senatrice Domenica Spinelli e con i vertici delle organizzazioni agricole. Nelle ultime ore è stata inviata anche una comunicazione formale a Forestale, Comune, Provincia e Regione.
Il dialogo con le istituzioni locali non è mancato, ma i residenti denunciano risposte insufficienti: nonostante l’impegno dichiarato di parlamentari e amministratori, dal Comune fino alla Regione, resta la sensazione di parlare con un “muro di gomma”. È per questo che i cittadini insistono: “Serve un segnale chiaro da parte di Roma”.
La vicenda ha superato la dimensione del singolo quartiere, trasformandosi in un caso politico e sociale che intreccia sicurezza, ambiente e convivenza con la fauna selvatica.