Durante l’udienza odierna al tribunale di Rimini, l’ingegnere Giuseppe Ferraro ha presentato le sue conclusioni sull’analisi del cellulare di Louis Dassilva, l’indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli. Secondo Ferraro, non ci sarebbero state interazioni sul dispositivo tra le 22:08 e le 22:38 del 3 ottobre 2024, il che coincide con il periodo in cui si presume sia avvenuto il delitto.
Le affermazioni di Ferraro sono state avallate anche dall’analista forense Luca Russo, consulente del pubblico ministero Daniele Paci. L’ingegnere ha spiegato che, analizzando i File System Events (Fse), non sono state riscontrate attività che indicassero un utilizzo attivo del cellulare da parte di Dassilva, suggerendo che le tracce registrate sarebbero frutto di attività generata automaticamente dal dispositivo. Inoltre, Ferraro ha evidenziato che il cellulare risulta compromesso, con una cancellazione totale della chat WhatsApp tra Dassilva e Manuela Bianchi, il che potrebbe influenzare la ricostruzione dei fatti.
La difesa di Dassilva, rappresentata dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, ha contestato le conclusioni del perito. Hanno sostenuto che le evidenze emerse non offrono certezze inconfutabili e che il giudice ha già richiesto un’integrazione e un approfondimento sui registri di attività del cellulare. Secondo il consulente della difesa, ci sarebbero interpretazioni alternative dei dati analizzati, suggerendo che Dassilva avrebbe potuto maneggiare il telefono anche senza attivarlo in quel lasso di tempo specifico.