ANDREA GNASSI, cinque anni o cinque mesi?
«Prego?».
In primavera si vota. O la mandano a casa tra cinque mesi o la riconfermano per cinque anni
«Guardi là (indica una grossa valigia a fianco della scrivania). E’ sempre pronta, da quel primo giorno del 2011. La riconferma a sindaco non è la mia meta, non lo è mai stata. Fare il sindaco lo vedo più come una fatica: un passo Pordoi che si scala giorno dopo giorno».
Per ora pedala da solo: l’opposizione non ha ancora scelto i candidati.
«Quelli arriveranno ma per ora il quadro è chiaro. Centrodestra e grillini sin qui hanno fallito perché non hanno dato quel contributo, che anche l’opposizione può e deve dare, al rinnovamento della città. C’è una foto che sintetizza tutto questo: mentre noi spostavamo il mercato, per trasformare piazza Malatesta in un Guggenheim del Rinascimento, loro in consiglio facevano la protesta balneare, vestiti con pinne e salvagente ».
I grillini, però, hanno anche tanti voti.
«Mi passa la battuta?».
Avanti.
«Dico sempre che a Roma hanno Di Maio, a Rimini non hanno ‘de mejo’. Qui i Cinque Stelle hanno sempre cavalcato la protesta ma c’è un pezzo del loro elettorato che condivide più di uno dei progetti innovativi realizzati. Credo che la classe politica grillina a Rimini non sia capace di staccarsi dalla conservazione, mentre i loro elettori vogliono altro».
Con la giustizia, però, le consiglio di non far battute. I magistrati hanno chiesto il suo rinvio a giudizio per il crac Aeradria.
«Non c’è dubbio che per me sia stata una bella ‘briscola’. L’accusa di associazione a delinquere mi ha ferito a livello personale perché va contro tutto ciò che sono e in cui credo. Il procuratore capo stesso ha dichiarato che in questa vicenda nessuno si è messo un centesimo in tasca».
Resta un buco da 50 milioni.
«Intanto va detto che 28 di questi 50 milioni, come ha spiegato il curatore fallimentare, sono stati spesi per potenziare pista e strutture dell’aeroporto per ottenere la certificazione di scalo nazionale. La storia dell’aeroporto è chiara e pubblica: per vent’anni istituzioni, imprenditori e associazioni di categoria hanno lavorato per salvaguardare una struttura da 800 milioni di indotto per il territorio. E l’amministrazione comunale ha sempre parlato con atti pubblici e trasparenti, portando tutto in consiglio comunale, dai bilanci ai pareri dei revisori».
Montanelli diceva che gli uomini di carattere hanno sempre un brutto carattere. Ma lei non sta esagerando?
«Appaio spigoloso ed è un limite ma sono un riminese: conosce un riminese che non le mandi a dire? A volte mi scopro irriverente nei confronti del potere. Ma ho un profondissimo rispetto per le istituzioni».
Il premier Renzi non perde occasione per elogiarla. E se le chiedesse di fare il ministro, magari al turismo?
«Prima di tutto c’è Rimini. Ho un amore totale per la città: mi è stato trasmesso da persone a me molto care che non ci sono più (si commuove). Mi piacerebbe essere ricordato come un sindaco che ha aiutato la sua comunità a ricreare opportunità in un momento drammatico di crisi».
Di problemi ancora da risolvere, però, ce ne sono tanti.
«Abbiamo iniziato a lavorare a un nuovo progetto di città. E siamo partiti dalle fondamenta: fogne, mobilità, sistema sociale, stop al cemento, motori culturali. I primi due anni sono stati i più duri e in quel periodo, non lo nascondo, abbiamo dovuto decidere per non traccheggiare. Ma i cantieri aperti e il cambiamento avviato sono il frutto di quella fatica a testa bassa. Non siamo ancora alla meta, ma siamo in marcia».
Secondo un sondaggio, un riminese su due è pronto a votarla. Ma quanto vale un sondaggio del PD?
«Non mi appassiono ai sondaggi ma questo ha due elementi che lo qualificano. Primo: ha un padre, una madre e un nome; non è una di quelle ‘bufale’ figlie di nessuno, fatte girare per scopi meschini. Secondo: fotografa una condivisione della maggioranza dei riminesi rispetto ai progetti che cambiano Rimini; una cosa che percepisco girando in città, tra la gente. Mi sembrano motivazioni più che sufficienti per dire che la rilevazione sia molto seria».
I suoi critici le rimproverano un decisionismo eccessivo.
«Quando ci siamo trovati a discutere dei divieti di balneazione, c’era chi proponeva il tubone sotto la spiaggia e chi i microorganismi che mangiano la…cacca. Dovevo correre dietro a questa gente, con quell’emergenza? Ho scelto di fare le nuove fogne. E ora stiamo completando un piano da 154 milioni di euro, il più importante in Italia»».
Chissà perché, ma ho l’impressione di aver appena intervistato un sindaco di centrodestra.
«Io sono un sindaco del PD, con profondi valori di centrosinistra. Ma, come tanti sindaci, non posso farmi schiacciare dall’ideologia. I problemi della gente non sono né di destra, né di sinistra, né di centro. Ogni tanto qualcuno mi ferma e mi dice: ‘Non ti sei comportato da politico, ma da amministratore’. Per me è il complimento più bello».
Resto del Carlino