Rimini ha aperto oggi, venerdì 22 agosto, le porte alla 46esima edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, con un ricco programma di incontri, testimonianze e spettacoli. La giornata inaugurale si sviluppa tra riflessione politica, dialogo internazionale e arte, confermando l’evento come un punto di riferimento per il dibattito culturale italiano e europeo.
Tra gli appuntamenti di maggiore rilievo, alle 17 nell’Auditorium Isybank D3, l’ex presidente del Consiglio e della Banca Centrale Europea Mario Draghi interviene sul futuro dell’Europa. Al centro del dibattito, i nuovi scenari geopolitici ed economici dell’Unione Europea, con la partecipazione di Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, e altri eurodeputati e presidenti di gruppi parlamentari.
Nel pomeriggio, un momento intenso di narrazione civile propone “Storie di madri, donne costruttrici di pace dentro il conflitto israelo-palestinese”. Layla al-Sheik, madre palestinese di Betlemme, e Elana Kaminka, madre israeliana, insieme a suor Aziza Kidane raccontano come il dolore per la perdita dei figli possa trasformarsi in impegno per la riconciliazione. Le esperienze di queste donne evidenziano il ruolo decisivo delle madri nella mediazione del conflitto, con testimonianze che uniscono coraggio, memoria e speranza per le nuove generazioni.
Il futuro dell’impresa italiana e del Made in Italy occupa un altro spazio della giornata, con l’incontro alle 13 nella Sala Gruppo FS C2. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, dialoga con Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, e Giovanni Liverani, presidente dell’Associazione Nazionale Imprese Assicurative (Ania), sui temi del lavoro, dello sviluppo e della competitività internazionale.
La giornata si chiude con un evento artistico e culturale al Teatro Galli di Rimini: alle 21.30 Sergio Castellitto e l’artista americano Jared McNeill propongono uno spettacolo tratto dai Cori La Rocca di T. S. Eliot, da cui è tratta la frase guida del Meeting 2025. Una performance che fonde poesia, musica e teatro per raccontare il filo conduttore della kermesse: costruire con mattoni nuovi nei luoghi deserti, allargando la riflessione sul ruolo della comunità e della cultura nella società contemporanea