Stamani il Giudice per le indagini preliminari ha convocato, per l’interrogatorio di garanzia, la trentenne transessuale di nazionalità bulgara, sospettata di estorsione ai danni di un imprenditore riminese. Secondo la denuncia, l’imprenditore era stato costretto a pagare somme di denaro per evitare la divulgazione pubblica di un video contenente uno dei suoi rapporti sessuali a pagamento con la transessuale.
L’indagata, assistita dall’avvocato difensore Massimiliano Orrù, ha ammesso le accuse per quanto riguarda il reato di estorsione, ma ha dichiarato che i video durante i rapporti sessuali non erano stati girati a sua insaputa. Anzi, sostiene che fosse l’imprenditore stesso a voler essere filmato, come testimonia il suo sguardo rivolto al cellulare mentre la trentenne transessuale lo riprendeva.
La vittima del reato è rappresentata dall’avvocato Alessandro Petrillo. L’idea di ricattare l’imprenditore è nata nella mente della transessuale a causa della sua grande disponibilità economica, avendo egli pagato ingenti somme di denaro per gli incontri sessuali. Le indagini hanno coinvolto anche un sessantaseienne riminese, colpevole di aver procurato alla transessuale un alloggio a Rimini dove svolgere gli incontri.