«non chiamatela una ‘ragazzata’», mette le mani avanti il sindaco Andrea Gnassi. Già perché è la terza volta che la ‘Biblioteca di pietra’, il monumento dedicato alle vittime delle foibe inaugurato nel 2014 al porto, viene preso di mira dai vandali. L’ultimo attacco all’opera ideata dall’artista Vittorio D’Augusta (originario di Fiume) è avvenuto in questi giorni, praticamente alla vigilia della Giornata del ricordo delle vittime delle foibe, che si celebra ogni anno il 10 febbraio. Ignoti hanno divelto il leggio della ‘Biblioteca’ e staccato 11 delle 30 targhette fissate sulle pietre della scogliera, su cui sono incisi i nomi degli scrittori e degli intellettuali di quelle terre e i titoli delle loro opere.
Il comune di Rimini sta già lavorando per ripristinare l’opera. «Non proviamo neanche per ipotesi a chiamarla ‘ragazzata’ o a minimizzare l’accaduto – dichiara il primo cittadino Andrea Gnassi – Questo non è solo un atto vigliacco, ma un vero sfregio alla memoria di chi ha vissuto quella tragedia e all’intera comunità riminese. Tre anni fa, quando abbiamo inaugurato il monumento, avevamo affermato che questo è un segno in uno dei luoghi dell’identità di questa città, che rimarrà a ricordo di quello che è stato uno tra i momenti più tragici della storia non solo italiana. Un segno che prima di tutto è una forma di rispetto verso le persone e verso la storia». Un rispetto che, secondo Gnassi, «evidentemente manca in chi prende a calci il monumento e deturpa le targhe su cui stanno incisi nomi di donne e uomini. Ma non sarà certo la meschinità e la violenza a interrompere il messaggio di quell’opera». E per questo «la ‘Biblioteca di pietra’ ritornerà al suo posto», in tempo per la commemorazione del 10 febbraio.
L’ultimo vandalico al monumento alle vittime delle foibe risale ad appena due mesi fa, a dicembre. Anche in quell’occasione era finito nel mirino il leggio che si protende verso il mare. Un gesto ignobile che, secondo l’esule Giovanni Ruzzier, «aveva una precisa connotazione».
