L’associazione Rimini Autismo ODV interviene con fermezza a seguito di un articolo pubblicato dal Corriere Romagna nella giornata di domenica 6 luglio, in merito a un episodio verificatosi circa tre anni fa all’interno di un liceo riminese, coinvolgente una studentessa autistica.
«Respingiamo fermamente la narrazione proposta nell’articolo», dichiara l’associazione, sottolineando come essa alimenti pericolosi stereotipi sull’autismo e rappresenti in maniera distorta l’accaduto.
“Non violenza gratuita, ma carenza nel supporto scolastico”
Secondo Rimini Autismo, i fatti – ben noti sia all’associazione che ai servizi socio-sanitari – non rappresentano un caso di “violenza gratuita” da parte della studentessa, bensì «il tragico esito di una serie di inadeguatezze nel sistema di supporto all’inclusione scolastica».
La ricostruzione fornita evidenzia che la studentessa si trovava fuori dalla classe con l’insegnante di sostegno quando è intervenuta l’insegnante di classe, oggetto dell’intervista, senza seguire i protocolli specifici previsti per la gestione dei comportamenti problematici.
L’associazione sottolinea come il disagio vissuto dalla ragazza fosse determinato da un sistema scolastico incapace di garantire continuità e formazione adeguata, con personale di sostegno spesso non qualificato e soggetto a frequenti cambi.
“Oggi la studentessa è serena, segno che il problema era l’ambiente”
A conferma della propria posizione, Rimini Autismo segnala che la studentessa, oggi fuori dal percorso scolastico, ha ritrovato serenità e mantiene rapporti con i compagni, che spesso la vanno a trovare. Un miglioramento che, secondo l’associazione, dimostra che il problema non era l’autismo, ma «l’ambiente educativo inadeguato».
Critiche alla denuncia e all’uso distorto dell’informazione
Rimini Autismo esprime forti riserve anche sulla scelta della docente di avviare una denuncia penale: «Una narrazione finalizzata a ottenere un risarcimento – diritto che riconosciamo pienamente nei confronti dell’Istituto scolastico – appare profondamente illogica sotto il profilo giuridico, educativo e umano», si legge nella nota.
L’associazione stigmatizza la scelta di presentare la denuncia come «un normale strumento di pressione», quando si tratta di una persona dichiarata non imputabile dal Tribunale per assenza di intenzionalità.
“L’autismo non è legato alla violenza: la scienza lo conferma”
«È scientificamente scorretto presentare l’autismo come fattore di rischio per comportamenti violenti», prosegue l’associazione, richiamando evidenze della ricerca internazionale. Al contrario, «le persone autistiche sono molto più spesso vittime che responsabili di episodi di violenza e bullismo».
I comportamenti problematici, sottolinea Rimini Autismo, possono essere prevenuti e gestiti se il personale scolastico è adeguatamente formato.
La richiesta: formazione obbligatoria e ambienti adeguati
Questo caso, secondo l’associazione, ribadisce l’urgenza di investire nella formazione specifica degli operatori scolastici: «Il diritto all’inclusione scolastica delle persone autistiche non può essere messo in discussione da narrazioni fuorvianti che trasformano carenze strutturali in stigmatizzazione».
Ogni studente – conclude Rimini Autismo – ha diritto a un ambiente educativo sicuro, con personale preparato, protocolli chiari e soprattutto rispetto della dignità e dei diritti della persona.