Dovevano arrivare a maggio, poi a giugno, poi nel corso dell’estate. Un ritardo dietro l’altro, a causa di disguidi e imprevisti nella realizzazione dei manufatti che li dovevano ospitare e negli allacciamenti, ma alla fine i nuovi autovelox fissi hanno fatto la loro comparsa in questi giorni sulle strade da Rimini. Gli impianti sono stati montati tra venerdì e ieri, «ma ancora non sono stati attivati – assicura dalla polizia municipale il vice comandante Andrea Rossi – Ci vorrà ancora qualche giorno perché entrino in funzione, e ne sarà data adeguata comunicazione agli automobilisti riminesi».
Per fortuna, perché i nuovi autovelox (sei in tutto) installati da un paio di giorni sulle vie Tolemaide, Euterpe e Settembrini stanno già creando il panico tra chi passa da quelle parti. Appena vedono l’autovelox –l’abbiamo sperimentato ieri, in particolare su via Euterpe, osservando il loro comportamento per un po’ – gli automobilisti frenano o addirittura inchiodano, rischiando di essere tamponati da chi li segue. C’è chi improvvisamente passa da 80 o 90 km orari a meno di 50, quando il limite fissato sulle strade sorvegliate dagli autovelox è di 70 km orari.
Proprio per questo motivo palazzo Garampi, prima di accenderli definitivamente e di far partire le multe (e per questo ci vorranno ancora alcune settimane) è intenzionata a fare una campagna di sensibilizzazione, con la presenza dei vigili stessi sul posto. E magari i vigili e i tecnici potrebbero decidere di rivedere la posizione di uno dei sei autovelox, quello sistemato in via Euterpe sul lato del parco. Il dispositivo è stato infatti piazzato a un metro da un albero e lo si può scorgere soltanto all’ultimo. Proteste e segnalazioni sono già arrivate sulla Rete. «L’autovelox in via Euterpe non si vede, è nascosto dall’albero…», fanno notare in diversi. E qualcuno si chiede maliziosamente se, più che un errore di valutazione, si tratti di una scelta precisa. Sta di fatto che l’autovelox, per chi arriva da via della Repubblica, si vede soltanto quando si è a pochi metri. E non c’è più il tempo per togliere il pedale dall’acceleratore.
Il Resto del Carlino