Rimini, avvocato a processo per maltrattamenti alla moglie: chiesti cinque anni e mezzo di carcere

Una storia familiare drammatica si è trasformata in un procedimento penale dai contorni gravi e delicati. Un avvocato di 47 anni, iscritto al Foro di Rimini e attualmente detenuto presso il carcere di Ancona, rischia una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione per maltrattamenti e percosse nei confronti della moglie. La richiesta è stata formalizzata nella giornata di lunedì dal pubblico ministero Annadomenica Gallucci al termine della requisitoria.

L’arresto risale al febbraio 2024, quando i carabinieri di Riccione hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini. A innescare l’indagine, la denuncia presentata dalla moglie dell’uomo. Dopo aver confidato le sue sofferenze a parenti stretti, la donna si era rivolta direttamente ai militari per raccontare la sua vicenda.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna avrebbe vissuto per anni in un clima di violenza e terrore. Avrebbe riferito di essere stata vittima di aggressioni ripetute, sia fisiche che verbali: botte, spintoni e persino sputi sarebbero stati episodi ricorrenti nella quotidianità domestica. La gelosia ossessiva del marito, come da lei denunciato, avrebbe determinato un controllo costante sui suoi spostamenti e sulle sue azioni, generando un senso crescente di prigionia psicologica.

In più occasioni, i litigi – talmente violenti da essere percepiti anche dai vicini di casa – si sarebbero trasformati in vere e proprie aggressioni. La donna sarebbe stata schiaffeggiata, strattonata, insultata pesantemente. Il marito, in preda a scatti d’ira, avrebbe anche distrutto più volte il suo telefono cellulare. In un episodio particolarmente grave, sarebbe arrivato a stringerle le mani al collo, accusandola con veemenza di infedeltà.

Il complesso di queste condotte – secondo quanto riferito dalla donna agli inquirenti – avrebbe generato in lei una condizione di grave sofferenza, sia fisica che psicologica, compromettendo la sua salute e il suo equilibrio emotivo.

L’avvocato, oggi difeso dal collega Alessandro Buscemi, nega le accuse. La parola ora spetta al tribunale, che nei prossimi mesi sarà chiamato a pronunciarsi su una vicenda che solleva interrogativi profondi sulla violenza domestica, anche quando si consuma all’interno di contesti insospettabili.