Rimini. Baby calciatore pestato dalla gang Il padre: «Ora vive nel terrore»

Rimini, locali in spiaggiaEra andato con un paio di amici in un locale sulla spiaggia, all’altezza del bagno 26, per trascorre alcune ore all’insegna dell’allegria, ascoltando buona musica. Ma per un sedicenne riminese, baby calciatore che milita nelle giovanili di una società emiliano romagnola, la serata di martedì si è trasformata in un autentico incubo. E’ stato circondato da cinque ragazzi, quattro suoi coetanei e da un maggiorenne, bloccato e pestato a sangue. Solo l’intervento dei buttafuori ha evitato conseguenze peggiori, ma il ragazzino, che in un primo tempo non aveva voluto farsi trasportare in ospedale, ha, invece, riportato la lesione del timpano dell’orecchio sinistro. Rischia di doversi sottoporre ad un intervento chirurgico.
«Mio figlio è sotto choc–racconta il padre, un libero professionista riminese- ora vive nel terrore, non vuole uscire da casa. Ha paura che questa gang lo pesti nuovamente. Si sente minacciato e non vuole che io presenti denuncia. ‘Se lo fai, sarà la fine per tutti noi’, mi ha avvertito. Non so veramente che come comportarmi, ma non voglio che questi balordi la facciano franca». E’ lo stesso genitore a raccontare la dinamica dei fatti: «Mio figlio era uscito con amici, voleva tentare di riprendersi dalla morte di Maurizio Zanzani, il 16enne annegato a Pesaro e al quale era legato. Verso mezzanotte e venti ho ricevuto una sua chiamata: ‘Papà, vieni, mi hanno pestato’. Mi ha così spiegato che lui stava ballando quando è stato circondato da cinque ragazzi. Con uno di questi aveva avuto una discussione la sera prima nei pressi di San Giuliano. Erano volate parole grosse, qualche spintone, poi lui se n’era andato». Ma il gruppetto non aveva dimenticato lo ‘sgarbo’ e martedì sera è arrivata la ‘vendetta’.
Spiega il professionista: «Stando al racconto di mio figlio, in quattro lo hanno afferrato e tenuto fermo mentre uno lo colpiva alla testa. Un suo amico, che aveva tentato di difenderlo, a sua volta, si è preso un pugno in faccia. I buttafuori si sono accorsi del pestaggio e sono intervenuti. Hanno chiamato subito la Polizia che è accorsa con una Volante, ma gli aggressori erano già fuggiti».
Non era la prima volta che il giovane calciatore veniva a contatto con questa banda. «Quest’inverno-aggiunge il babbo-era già rimasto coinvolto in un altro pestaggio in centro storico. Io avevo fatto denuncia contro l’unico maggiorenne della gang, ma non è servito a nulla.Anzi, la situazione è peggiorata ulteriormente. Mio figlio è finito nel mirino di questi giovinastri. Mi è arrivata voce che vogliano farla pagare anche a me per quella denuncia. Adesso mio figlio mi scongiura di non fare nulla. E’ terrorizzato, ha un timpano lesionato ed ora rischia di dover finire sotto i ferri, compromettendo il suo futuro agonistico da calciatore. Ma soprattutto ha perso la sua serenità». Il Resto del Carlino