Rimini. I bambini circondano la vittima e la mamma borseggia

furto rolexTI GIRANO girano intorno come trottole insieme ai bambini chiedendo «qualche spicciolo». Una confusione che in realtà serve soltanto a creare un diversivo mentre ti infilano le mani nelle tasche o dentro la borsetta.
E’ una delle tecniche ‘standard’ messe in opera dalle nomadi che sempre più numerose si aggirano in alcune zone della città. Le trovi ai parcheggi del centro e dell’ospedale, così come ai cimiteri o lungo il corso. Ma quello che sembra un incontro casuale, spesso è un vero e proprio ‘sistema’ abilmente studiato. Il piazzarsi nelle aree a ridosso dei parcheggi serve infatti alla ladra per capire dove infilare la mano. Quando la vittima tira fuori i soldi per pagare il parchimetro, la nomade vede essattamente dove ripone il portafoglio. Ed ecco che appena uno si avvia lei o loro si avvicinano. Ti imbambolano chiedendo qualche centesimo, in realtà sanno già dove mettere le mani. Con le persone anziane, dicono, usano soprattutto la tecnica di creare confusione. Mandano avanti i bambini che circondano l’«obiettivo» e parlano tutti insieme, la povera pensionata non sa più dove guardare e a quel punto le mamme ‘colpiscono’.
LE forze dell’ordine sono sicure che le ‘famiglie’ nomadi si siano spartiti il territorio per le elemosine. Guerre tra loro non ce ne sono infatti mai state, ognuno sta al suo posto e l’unico racket di cui si venne a sapere è stato smantellato dalla Polizia. E soprattutto nessuno vede mai gli uomini chiedere la carità. Sempre e solo donne e bambini che, raccontano, vengono accompagnati ogni giorno dal capo famiglia sul posto di ‘lavoro’, per poi essere recuperati alla sera. Le divise cercano di arginare il fenomeno controllando periodicamente corso e parcheggi. Soprattutto d’estate, quando agli stanziali si aggiungono gli altri nomadi che qui vengono a fare la ‘stagione’. Ma anche i controlli sono tutt’altro che facili. Non hanno quasi mai documenti, tantomeno i bambini di cui a fatica si riesce a scoprire chi siano i genitori. E nel caso vengano portati in una centro di accoglienza, scappano cinque minuti dopo. Ci sono giovani nomadi che hanno decine di alias. La 16enne fermata qualche tempo fa ne contava addirittura 40.
CARLA Tavella, ispettore capo della Polizia municipale dà qualche consiglio, soprattutto alle persone anziane che sono il bersaglio principale. «Quando si trovano circondati – dice – l’unica cosa da fare è mettersi a urlare e richiamare gente».