Rimini. Bancarelle senza pace, concessioni a rischio

mercato_1UNO SPETTRO si aggira per l’Europa: quello delle aste per le concessioni nelle aree pubbliche previste dalla Bolkestein, la ‘direttiva servizi’. Attenzione: non parliamo – per una volta – di bagnini. Nel mirino degli euroburocrati stavolta ci sono gli ambulanti. Non è una novità, ma l’ora X, ovvero la data di scadenza delle attuali concessioni, si avvicina: luglio 2017, un anno e mezzo, poco più. «Anche per noi l’Europa prevede l’applicazione della Bolkestein e i bandi – dice Pier Paolo Mazzotti, leader del Comar, il Comitato degli ambulanti riminesi –, cosa che ritengo sbagliata visto che occupiamo suolo pubblico 6 ore a settimana, ma che andava impugnata dieci anni fa, ora è tardi, cerchiamo di metterci una pezza», Intanto i Comuni, Rimini compreso, da tempo rilascia concessioni solo fino al 2017, riducendo quelle più lunghe, proprio perché a quella data scatteranno i bandi, salvo proroghe. «Le nuove concessioni si fermano al 2017 – continua Mazzotti – e le vecchie sono state ridotte. La mia arrivava al 2022, perché rilasciata nel 2012, invece la scadenza è stata ridotta a tra due anni». Fra gli ambulanti è diffusa la convinzione che avranno una sorta di ‘diritto di prelazione’, un canale prioritario nell’assegnazione, che tenga conto della storicità delle licenze. «Si lavora a livello nazionale – continua Mazzotti – perché ciò costituisca una parte importante del punteggio nel conferimento delle concessioni. Ma conterà verosimilmente anche l’offerta economica». «Il timore di noi operatori riminesi e dei 170mila ambulanti italiani – prosegue – è che il bando apra a multinazionali, fondi d’investimento, società finanziarie, assicurazioni, grosse cooperative. Sarebbe un disastro. Ovviamente un fondo d’investimento americano non tira su la bancarelle alle 6 di mattina, ma potrebbe comprare tutto – visto che il loro problema è investire valanghe di soldi, in attività reali e non solo in finanza – e poi ceda a un soggetto gestore». Insomma, il rischio è quello di diventare, se va bene, tutti dipendenti a libro paga. Fantapolitica? «Come piccoli imprenditori privati siamo indifesi – chiosa Mazzotti –. Ma sarebbe un disastro per noi e per i consumatori. Ma ripeto, è un problema che va affrontato a livello nazionale».

Resto del Carlino