Rimini. bancarotta fraudolenta. Mario Formica sotto torchio per 4 ore

Mario Formica sotto torchio. E’ durato quasi quattro ore, ieri mattina, l’interrogatorio dell’imprenditore arrestato dalla Guardia di finanza con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Formica, difeso dall’avvocato Giacomo Nanni, di Bologna, è stato sentito dal giudice per le indagini preliminari, ma all’interrogatorio era presente anche il titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Luca Bertuzzi. Sull’esito non è trapelato nulla, il difensore si è limitato a dire che Formica «ci ha messo la faccia» e che ha risposto a tutte le domande, chiarendo la sua posizione. Sentito anche il figlio, Alessandro, che a differenza del padre, che si trova confinato agli arresti domiciliari, ha solo l’obbligo di firma e la sua posizione viene considerata defilata. Gli altri due indagati, sono l’altro figlio dell’imprenditore e l’albanese Ervin Tartaraj, titolare di un’azienda partner.
Formica è stato arrestato il 28 febbraio scorso, dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, con le accuse di bancarotta fraudolenta per distrazione di beni, ricorso abusivo al credito e turbativa d’asta. L’imprenditore, titolare della Alfad spa, azienda di impianti fieristici e della Artexpò spa di San Marino, secondo la ricostruzione fatta dalle Fiamme Gialle sarebbe rientrato in possesso del complesso aziendale, delle auto e delle opere d’arte che aveva perso con il fallimento, grazie allo ‘schermo’ offerto dall’albanese. L’obiettivo, aveva scritto il gip nell’ordinanza era quello di «riprendersi con mezzi fraudolenti l’azienda di fatto ormai senza più debiti a un prezzo estremamente conveniente». Alla Finanza, che già da tempo aveva Formica nel mirino, era arrivata anche la querela della Carim. Appena uscita dal commissariamento causato in parte per i crediti concessi troppo facilmente, la banca aveva presentato una denuncia per fatture fittizie presentate dall’azienda dell’imprenditore che era riuscito così a ottenere grossi prestiti bancari. Al momento dei pagamenti, le false fatture erano state però disconosciute dai clienti, e l’Istituto di credito non era riuscito a rientrare dei soldi che gli aveva prestato, per un totale di quasi 8 milioni di euro. La Finanza ha fatto scattare anche un sequestro preventivo di 3 milioni di euro, ma i soldi li stanno ancora cercando. Il difensore di Formica ha chiesto al giudice la revoca della misura cautelare. Il gip si è riservato e deciderà nei prossimi giorni. Il Resto del Carlino